Madre Cichetti: «Quante telefonate in questi mesi! Con la preghiera siamo vicine alla gente»

La voce squillante di madre Maria Sofia Cichetti, Abbadessa del monastero benedettino di Claro, risponde al telefono alle 18.30 in punto. Un’altra giornata volge al termine: «Iniziata alle 4 del mattino con la sveglia, come sempre!». Si avvicina il Natale, momento di forte intensità spirituale. La chiacchierata è occasione per riflettere su questo anno così particolare, con la fragilità del Dio-bambino che ricorda da vicino quella degli uomini e delle donne alle prese con il Coronavirus.

Madre Maria Sofia, che cosa dice la nascita di Gesù in questo difficile 2020?
Mi sembra che quest’anno la venuta di Cristo sia in qualche modo più simile a quella vera, di duemila anni fa. Un tempo di silenzio e poca comunicazione fra le persone, oggi a causa della pandemia. Ma questo non deve portarci allo scoraggiamento, o persino alla ribellione. Anzi! Oggi come allora possiamo ricordare che ciò che conta non è tanto l’apparire, il fare senza mai fermarsi, ma anzi il ritornare a noi stessi, recuperando quel silenzio che a volte può persino fare paura. La vita di solito ha un ritmo frenetico, anche il Natale aveva preso questa caratteristica con la classica corsa ai regali. Oggi invece, ‘costretti’ dalla situazione, possiamo concentrarci sui rapporti personali più intimi e recuperare alcuni valori che rischiavamo di perdere. Con la certezza che Gesù nasce anche oggi per portare a tutti pace, serenità e salvezza.

Il presepe nella chiesa del monastero di Claro

Come è cambiata la vita in monastero, a causa della pandemia?
A dir la verità, non moltissimo: quando mi fanno questa domanda rispondo sempre che noi claustrali, in fondo, abbiamo scelto la quarantena come stile di vita! Battute a parte, un cambiamento c’è stato e riguarda le relazioni fisiche con gli ospiti del monastero, dato che le visite sono per forza di cose diminuite. A questa chiusura ‘esteriore’, però, ha fatto seguito una nuova ancora più intensa vicinanza ‘interiore’ a tanti fratelli e sorelle. Sapesse quante telefonate abbiamo ricevuto negli ultimi mesi!

Cosa chiede chi telefona al monastero di Claro?
Spesso sono persone anziane o sole che desiderano parlare con una voce amica, sentire parole di conforto, essere ascoltate. Non ci chiamano solo dal Ticino: anche dalla Svizzera francese o tedesca, dall’Austria, dall’Italia. E poi la posta elettronica: riceviamo molte email in cui ci viene chiesto cosa pensiamo di quello che sta accadendo, cosa possiamo dire a chi sta vivendo un momento di sofferenza. Tanti infatti esprimono il dolore per un lutto, a cui spesso si aggiunge il dispiacere di non aver potuto far visita a un caro morente in ospedale. Tutto questo esprime una grande fatica, ma per noi è bello avere una simile prossimità con tante persone.

Possiamo diffondere il vostro indirizzo email, se i lettori di catt.ch volessero affidarvi una preghiera?
Volentieri! È rupestre@bluewin.ch. ‘Rupestre’, come la roccia su cui sorge il nostro monastero.

E nella quotidianità, come prosegue la vita claustrale?
Come sempre secondo la regola di San Benedetto: Ora et labora. Alle 4.30 cantiamo le lodi e affidiamo al Signore le necessità di tutti i fratelli. Nel resto della giornata preghiamo ogni tre ore, per un totale di sette ore di preghiera, sempre in latino e con il canto gregoriano. E poi ci dedichiamo per sei ore ai nostri lavori: l’orto, la cura degli animali con le galline e i conigli, le attività di ricamo sui paramenti sacri e il restauro di libri antichi come pergamene o edizioni del Medioevo. Sono attività di grande cura e abbiamo anche tempi precisi da rispettare per i privati che ci affidano questi lavori. Poi ciascuna ha un’ora di tempo libero per coltivare i proprio hobby: musica, canto, cura del giardino… Questa varietà ci permette di trovare un equilibrio fisico, psichico e spirituale. E alla sera andiamo a letto senza sonnifero, perché la giornata è sempre intensa!

Il monastero di Claro

Per vivere una vita così ci vuole una grande forza interiore.
E uno stile esigente, ma anche molto bello: facciamo tutto con gioia e ben volentieri. Credo che questo sia il dono della vocazione claustrale, qualcosa che senti dentro e che ti piace, ti dà soddisfazione: se così non fosse, non potremmo portare avanti la nostra vita serenamente. Per fortuna c’è una lunga formazione per diventare monache di clausura, che aiuta proprio a discernere se questa è la forma di vita adatta per la persona. Il Signore ci lascia sempre liberi, soprattutto quando si fa una scelta forte come la nostra.

Passando ad argomenti più ‘terreni’, il monastero di Claro ha bisogno di alcuni lavori di manutenzione.
Il monastero è stato restaurato una ventina d’anni fa ma esige un continuo controllo. Abbiamo appena sistemato la teleferica per il trasporto di persone e ultimamente anche quella delle merci, grazie alla generosità di molte persone. Ora il chiostro è penetrato di umidità, a causa delle intemperie dovremo far sistemare il tetto della chiesa e pure un pezzo del muro di cinta a nord, che è crollato di recente. Siamo un sito storico, che esiste dal 1490, per questo abbiamo chiesto anche l’intervento del cantone e del municipio. Alcuni lavori erano stati previsti prima della pandemia ma si sono interrotti: speriamo di poterli riprendere presto perché non sono interventi ‘di lusso’, ma necessari alla conservazione della casa.

Madre Maria Sofia, qual è l’augurio che giunge dal monastero di Claro in questo Natale?
Con tutto il cuore auguriamo un Natale sereno, anche se diverso: pieno di pace e di amore nonostante tutto. Promettiamo a tutti i fratelli e le sorelle la nostra preghiera e il ricordo quotidiano, con un pensiero particolare nella notte Santa quando celebreremo qui al monastero la Santa Messa di mezzanotte.

Leggi la lettera di Natale inviata dalle monache di Claro, in questo file:

LETTERA DAL MONASTERO DI CLARO_NATALE 2020Download

Chiesa cattolica svizzera

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