Domani la presentazione del libro su Santa Maria Maddalena de' Pazzi della giornalista Laura Quadri

In questi giorni è giunto in redazione il volume che la collega Laura Quadri, ha dato alle stampe per l’editore fiorentino Leo S. Olschki, su Maria Maddalena de’ Pazzi, «Una fabula mystica nel Seicento italiano». Qui di seguito potete leggere una sintesi della recensione che ne ha fatto per l’Osservatore Romano, Maurizio Schoepflin. Per ben ventuno anni, dal 1605 al 1626, don Vincenzo Puccini fu il governatore e il confessore del convento carmelitano di Santa Maria degli Angeli a Firenze. Lì egli ebbe modo di conoscere suor Maria Maddalena de’ Pazzi: si trattò di una frequentazione piuttosto breve, in quanto la monaca morì nel 1607, ma ciò non impedì al Puccini di redigerne una biografia che conobbe due diverse versioni, la prima nel 1609 e la seconda nel 1611, ognuna delle quali presenta alcune interessanti peculiarità. Nell’impegnativo e approfondito lavoro, Laura Quadri, ottima conoscitrice della letteratura religiosa, prende in esame i due testi scritti dal Puccini; il suo intento è indagare quale sia stata la ricezione delle Estasi maddaleniane, le quali, seppur edite in modo integrale per la prima volta tra il 1960 e il 1966, avevano avuto in realtà una precoce diffusione. Beatificata da Urbano VIII nel 1626 e canonizzata da Clemente IX nel 1669, Maria Maddalena era nata a Firenze nel 1566. Su consiglio del proprio direttore spirituale, il gesuita Pietro Blanca, a sedici anni fece il suo ingresso nel monastero di Santa Maria degli Angeli. Là, la giovane maturò la sua vocazione in un contesto in cui si incontravano tre grandi eredità spirituali: la carmelitana, la domenicana e la gesuita. Vinta la resistenza dei genitori, nel gennaio del 1583 Maria Maddalena vestì l’abito monastico. A partire dal maggio dell’anno seguente la santa cominciò a essere destinataria di varie «rivelazioni». Da quel momento in poi fu tutto un susseguirsi di esperienze mistiche. Attraversato un doloroso e difficile periodo di tenebre interiori, che le era stato annunciato da Cristo stesso, la Santa si trovò animata da un fervore particolare e, mediante lettere spedite alle più alte autorità ecclesiastiche, invocò un profondo rinnovamento della Chiesa a partire dai sacerdoti e dalle religiose. Sempre fedele a uno stile di vita improntato a sobrietà e austerità straordinarie, Maria Maddalena educò con rigore le novizie. Nel 1604 la santa venne eletta sottopriora, ma ben presto si ammalò dopo aver sopportato un periodo di pura sofferenza, il 25 maggio 1607 lasciò questo mondo. Proprio ciò che accadde negli anni immediatamente successivi alla sua morte è al centro degli interessi di Laura Quadri, che vuol comprendere a fondo quale fu la ricezione dell’eredità spirituale di Maria Maddalena e quale l’uso che se ne fece all’indomani della sua scomparsa. In sintesi, che genere di traccia lasciarono le Estasi della Santa fiorentina? Ed è a questo riguardo che risaltano in tutta la loro importanza i due testi redatti da don Vincenzo Puccini. L’autrice nota che il Puccini seppe capire ed esprimere con lucidità una dimensione assai delicata della vita interiore maddaleniana e afferma a questo riguardo: «La ricerca di Puccini di ridare un quadro equilibrato, che non faccia torti né alla generosità di Dio né al libero arbitrio dell’uomo, è la medesima ricerca della Chiesa in quegli anni, che si confrontava con il tema».

Per partecipare alla presentazione del libro, domani 17 novembre, alle ore 18, nel contesto dei festeggiamenti per i 100 anni dell’Unione femminile cattolica ticinese, cliccare qui.

Qui, al minuto 1 e 30, la recensione al libro dell’emittente televisiva dei Padri Dehoniani della Regione di Puglia, Tele Dehon.

Chiesa cattolica svizzera

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