La SRF sopprime tre programmi radiofonici religiosi di lingua tedesca

Dall’estate del 2021, la radio-TV della Svizzera-tedesca (SRF) non diffonderà più tre programmi radiofonici religiosi. La decisione avviene a causa dei significativi tagli economici che la SSR si trova costretta a fare.

La SRF abbandonerà dunque i programmi «Zwischenhalt», «Blickpunkt Religion» e «Morgengeschichte». Le prime due sono trasmissioni settimanali che trattano questioni relative a religione, etica, fede e teologia. «Morgengeschichte» riporta quotidianamente un breve racconto letterario, rivolto a un vasto pubblico.

Questi tagli segnano la fine di una tradizione risalente al 1925, in cui gli ascoltatori di lingua tedesca potevano sentire i suoni delle campane da varie chiese in tutto il paese ogni domenica mattina come parte del programma «Zwischenhalt».

Le trasmissioni televisive religiose e la diffusione di culti non sarebbero interessate dalle restrizioni.

Mariano Tschuor, presidente della commissione per la comunicazione e le pubbliche relazioni della Conferenza dei vescovi svizzera (CVS) ed ex membro del comitato esecutivo nazionale della SSR si è dichiarato sorpreso per la decisione presa dalla più grande emittente del paese. «Le misure economiche colpiscono sempre le persone sbagliate», ha affermato lamentandosi del fatto che l’offerta religiosa sia stata colpita così duramente, quando essa all’interno della programmazione della SRF rappresenta un «prodotto di nicchia su piccola scala».

Diminuzione delle entrate pubblicitarie

«È una decisione unilaterale», ha commentato Odilo Noti, presidente del Centro cattolico dei media a Zurigo (Katholisches Medienzentrum/KMZ). In questo tempo di confusione e di grande incertezza – ha affermato Odilo Noti in riferimeento alla crisi sanitaria – questa decisione è estremamente discutibile. Secondo Noti, «questo incoraggia l’irrazionalismo religioso e ostacola un approccio ponderato a questi fenomeni».

Le tre trasmissione radiofoniche avevano un buon seguito. La direttrice della SRF, Nathalie Wappler, si è rammaricata di questa misura, spiegando che oltre ai 50 milioni di franchi di risparmio già annunciati per il 2024, ci sarebbero ancora 16 milioni da risparmiare entro il 2022. Si ritiene che il calo delle entrate pubblicitarie derivante dalla crisi del coronavirus sia in parte alla base di queste misure.

cath.ch/red

Chiesa cattolica svizzera

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