Il Papa si rivolge a quanti oggi 6 agosto a Hiroshima e in tutto il Giappone stanno commemorando le decine di migliaia di vittime di quel primo ordigno nucleare. In particolare Francesco saluta i sopravvissuti all’ hibakusha, termine giapponese con cui si indicano coloro che sono scampati all’esplosione atomica.
«Ho avuto il privilegio di poter venire di persona nelle città di Hiroshima e di Nagasaki, scrive il Pontefice, durante la mia visita apostolica nel novembre dello scorso anno, nel corso della quale ho visitato il Memoriale della Pace di Hiroshima e il Parco dell’Ipocentro di Nagasaki». Proprio in quei luoghi, Francesco, ebbe modo di meditare sull’annientamento delle tante vite umane e delle due città. E ancora una volta il Santo Padre si fa difensore e portatore del grido dei poveri, che sono sempre tra le prime vittime delle violenze e dei conflitti.
Perché la pace fiorisca, sottolinea Francesco nel suo messaggio, tutti devono deporre le armi, soprattutto le più potenti e distruttive, come quelle nucleari, che possono paralizzare e distruggere città, interi Paesi. Il Papa ripete infine quanto disse al Memoriale della Pace di Hiroshima, il 24 novembre 2019. «L’uso dell’energia atomica per scopi bellici è immorale, così come è immorale il possesso di armi nucleari. Possano le voci profetiche dei sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki, conclude, continuare a servire da monito per noi e per le generazioni future.
Vatican News/red
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