Manuale sull'educazione sessuale: abbiamo visioni diverse. Forse su certe questioni non ci si troverà mai.

di Don Rolando Leo

Mi sono reso conto di essere nell’occhio del ciclone in questi ultimi giorni. Non siamo riusciti ad arrivare ad un consenso univoco e completo per l’accettazione del testo sull’educazione sessuale da parte della diocesi di Lugano.
Siamo stati un po’ presi di mira come Chiesa cattolica. Il dibattito è diventato prettamente politico- partitico ed ingigantito a dismisura a livello mediatico, fino ad arrivare a dire che la retrivia ed oscurantista Chiesa, come al solito, funge da pietra di inciampo per gli altri che, da bravi, rigano dritto senza bacchettate inopportune.
La visione messa in luce sui giornali è smaccatamente unilaterale e pregiudizievole: la Chiesa Cattolica si oppone all’educazione sessuale nelle scuole.
Non voglio qui ripercorrere le tappe che, per chi era interessato e si è sentito coinvolto, ha seguito sui giornali.
Personalmente mi sono sentito investito di una responsabilità grande, rappresentando in quel consesso la Diocesi e una porzione importante di popolazione, cattolica, con famiglie che hanno il sacrosanto diritto di impostare un’educazione all’affettività e alla sessualità basate su convinzioni, impostazioni e credo personali.
In effetti mi sono sentito a disagio in certi momenti in commissione e pure in questi giorni in quanto non avrei mai voluto che finisse così, solamente con le polemiche e con un manuale che sarà stampato senza l’avvallo di un’istituzione ed un ente morale come la Chiesa cattolica e che sarà sui banchi di scuola dei nostri adolescenti almeno per i prossimi 20 anni. Ma tant’è.
Forse è anche vero, a posteriori, che su certe questioni, per diversità di premesse e di un’impostazione antropologica, non saremo mai d’accordo e quindi, quando Bertoli dice di essersi stupito solamente in parte delle accuse mosse al suo dipartimento dal sottoscritto, lascia presagire che ci si poteva aspettare che i cattolici non avrebbero mai potuto controfirmare in toto il testo.

 

Risposta al Blog di Manuele Bertoli

Mi permetto anch’io una nuova replica alle considerazioni dell’onorevole Manuele Bertoli.

Anzitutto la reazione stupita del consigliere, «anche se non più di quel tanto», mi fa pensare che in fondo anche un laico come lui poteva aspettarsi che la Chiesa cattolica, dal suo osservatorio, non potesse star totalmente in silenzio di fronte a certe visioni e non potesse condividere tutto. Non ho rappresentato me stesso ma una parte importante di popolo e di famiglie che partono da una piattaforma valoriale e con una visione diversa su alcune questioni importanti. Mi sono sentito in parte ascoltato nel gruppo di lavoro e ho anche espresso il mio apprezzamento, come ben lei ha ricordato. Ho notato anche le modifiche avvenute nel testo fra la versione di giugno e quella di agosto. Però avallare significava condividere in toto tutti i contenuti.

Proprio per questo ho preso la decisione di consultarmi e di lanciare il dibattito, anche con un mio editoriale sul Giornale del Popolo sul tema, ponendo la medesima domanda rivolta alla capogruppo e alla rappresentante della Chiesa Riformata, ed in seguito anche alla commissione, ossia se si era sicuri che un adolescente delle nostre latitudini avrebbe capito, che non avrebbe avvertito confusione e se fossimo tutti d’accordo a far leggere ai propri determinati passaggi senza un accompagnamento educativo a fianco. Un testo scritto dalla scuola esige chiarezza e completezza, perché va in mano agli allievi.

Secondo la nostra visione questa attenzione è parzialmente venuta a mancare. Secondo i membri della commissione no. Questo è il fatto.

Avevo chiesto provocatoriamente di eliminare il paragrafo su identità e orientamento sessuale con l’intento di provare a formulare un’alternativa ma mi è stato risposto tassativamente di no senza possibilità di replica.

Rispondo anche sulla questione legata al gender, su cui si sta moltiplicando una letteratura sterminata, e del quale siamo un po’ tutti vittime senza rendercene conto. In questo senso spesso il tono che si assume nel manuale relativizza troppo gli scenari alternativi, dando tutto per possibile a prescindere, confondendo l’orientamento sessuale temporaneo con un’identità definitiva, non insistendo sulla necessità di una verifica, un accompagnamento ed un discernimento in un’età così fragile come l’adolescenza. Su questo punto non sono stato capito.

Il fatto comunque che un altro membro della commissione dissentisse su determinate posizioni e su una certa impostazione, come già ribadito più volte, testimonia che qualche divergenza nel gruppo aveva ragione di essere, e che non fosse semplicemente una presa di posizione «politica» del rappresentante della Chiesa Cattolica, ma condivisa con tanto di argomenti scientifici.

E qui mi fermo, con rispetto e serenità, come avevo avuto modo di scrivere alla capogruppo inviando il mio testo che certificava il non assenso della Chiesa Cattolica.

Abbiamo visioni diverse. Forse su certe questioni non ci si troverà mai.

Chiesa cattolica svizzera

https://www.catt.ch/blogsi/manuale-sulleducazione-sessuale-abbiamo-visioni-diverse-forse-su-certe-questioni-non-ci-si-trovera-mai/