Coronavirus: da Gaza a Idlib i cristiani locali pregano per l’Italia

Da Idlib a Gaza, le piccole comunità cristiane locali pregano per i «fratelli italiani» alle prese con la pandemia del Coronavirus. «Seguiamo per quel che è possibile le notizie dall’Italia» dice al Sir padre Hanna Jallouf, francescano della Custodia di Terra Santa e parroco latino di Knaye. Knaye, con Yacoubieh e Gidaideh, è uno dei tre villaggi cristiani della Valle dell’Oronte, nella provincia di Idlib, ultima roccaforte dell’opposizione armata al presidente Assad, dove a causa della guerra, è in corso una gravissima emergenza umanitaria con oltre un milione di sfollati, in grandissima parte donne e bambini. «In questo momento di difficoltà vi ricordiamo nelle nostre preghiere. Siete nei nostri cuori» aggiunge il parroco che guida una comunità di 260 famiglie sparse nei tre villaggi cristiani, a circa 50 km da Idlib. Una comunità, che oltre agli stenti della guerra, subisce tante restrizioni dal fronte qaedista Hayat Tahrir al-Sham: le messe sono tollerate solo se svolte all’interno della chiesa, è vietato esporre all’esterno croci, statue dei santi, immagini sacre e suonare campane». Per ora dalla Siria non giungono notizie ufficiali di contagi da coronavirus anche se da ieri sera il Governo ha deciso di chiudere scuole, università, teatri e luoghi pubblici fino a 2 aprile.

Agenzie

Chiesa cattolica svizzera

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