Torna nella Svizzera italiana la Giornata mondiale di preghiera in comunione con lo Zimbawe

«Sono felice», racconta Esther Taruvinga, 54 anni, e spiega: «Sono vedova. Mio marito mi ha abbandonata, non prima però di avermi contagiata con il virus HIV. Ora è morto. Mio figlio è un ladro. C’è stato un momento che avrei voluto morire. Mi sono rintanata nella mia stanza e tutti dicevano che ero pazza. Poi sono arrivata qui e ho raccontato tutto quello che mi era successo. E sono stata consolata. Sono stata guarita. Se tu diventi parte della «panca dell’amicizia», il dolore pian piano se ne va. Guardami: oggi canto e ballo. Coltivo le mie verdure e guadagno dei soldi. Sì, sono felice». È questa la testimonianza di Esther, donna dello Zimbawe. In molti Paesi africani la psicoterapia tra i poveri è considerata un tabù. Ma sedersi su una panchina e raccontare il proprio dolore ad un’altra donna, funziona. Lo ha dimostrato un progetto pilota condotto in Zimbawe, oggi uno stato fatiscente – dopo tre decenni e mezzo sotto il dominio del dittatore Robert Mugabe – dove manca tutto e dove il 97% della popolazione è disoccupata. E proprio alle donne dello Zimbawe, è stato affidato il compito di creare la liturgia per la Giornata mondiale di preghiera (GMP) 2020: un’iniziativa ecumenica nata a Brooklyn nel 1887 e portata avanti oggi in 170 Paesi di tutto il mondo. Tra questi anche la Svizzera e il Ticino, dove la celebrazione si tiene generalmente il primo venerdì di marzo, ma la data può variare a seconda delle diverse località (v. box a lato). Di che cosa si tratta? Di una celebrazione della durata di un’ora circa, in cui si prega, si canta, si riflette sulla base di una testo preparato, dalle donne di un Paese, di volta in volta, diverso. Ai partecipanti viene presentato – attraverso una liturgia creata ad hoc e diversa di anno in anno – il Paese con le sue tipicità, i suoi colori e anche i suoi dolori. Sull’altare vengono posti oggetti che richiamano il Paese in questione: fiori, frutta, tessuti, dipinti e al centro della celebrazione, vi è una frase del Vangelo. Quest’anno sarà: «Alzati, prendi la tua coperta e cammina». (Gv 5,8). La celebrazione si chiude, infine, con una colletta a favore di alcuni progetti legati al Paese e alle donne «incontrate » attraverso le parole e i gesti della liturgia. Questa volta uno dei progetti che la colletta andrà a sostenere è quello della «panca dell’amicizia», che abbiamo presentato in apertura. Responsabile per la Svizzera italiana è la signora Margherita Morandi. Ulteriori informazioni su www.wgt.ch.

Gli appuntamenti nella Svizzera italiana

Le celebrazioni inizieranno venerdì 28 febbraio, in Bregaglia, nella chiesa evangelica di Vicosoprano, alle ore 20.30. Venerdì 6 marzo, invece, l’appuntamento è ad Ascona, nella chiesa evangelica riformata, per una liturgia in lingua tedesca alle ore 15; a Bellinzona, nella chiesa evangelica riformata, alle ore 20; a Brusio, nella chiesa evangelica riformata, alle ore 15; a Losone, presso il Centro La Torre, alle ore 20; a Lugano, nella chiesa evangelica riformata, alle ore 20; a Mendrisio, nella chiesa dei Cappuccini, alle ore14.30; a Soazza, nella chiesa di San Rocco, alle ore 20; a Sonvico/Dino, nella chiesa di San Nazzario, alle ore 14.30. Infine, sabato 7 marzo, appuntamento a Bellinzona, nella chiesa del Sacro Cuore, alle ore 17. Nella vicina Italia, la celebrazione nella chiesa metodista di Luino mercoledì 4 marzo alle 20.30 e il 6 marzo a Intra, nella chiesa di Renco alle 20.45.

Corinne Zaugg

Chiesa cattolica svizzera

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