Francia, iniziato il processo a padre Preynat accusato di abusi

Ha avuto inizio ieri mattina, 14 gennaio, presso il tribunale di Lione, il processo dell’ex sacerdote francese padre Bernard Preynat, 74 anni, accusato di atti sessuali nei confronti di dieci bambini tra i 7 e i 15 anni, avvenuti tra il 1986 e il 1990, quando era cappellano scout all’interno della diocesi di Lione. L’accusato riconosce i fatti e rischia fino a dieci anni di carcere e una multa di 150 mila euro.

Al processo, saranno presenti anche 15 parti civili, tra cui le 10 vittime, che si troveranno così a doversi confrontare, dopo tanti anni, con la parola del loro aggressore. Un uomo dalla personalità tormentata, prete carismatico da un lato, formidabile predatore dall’altro, intriso di un sentimento di onnipotenza, che ha saputo imporre un silenzio distruttivo alle sue vittime, tutti giovani ragazzi al momento dei fatti.

Secondo il quotidiano La Croix, nel corso della prima udienza Bernard Preynat ha riconosciuto pienamente le azioni per le quali è sotto processo: «Ho effettivamente riconosciuto gli atti di cui sono accusato. Non mi rendevo conto della gravità dei miei atti, sapevo che erano proibiti e condannabili, ma non pensavo affatto alle conseguenze di questi atti sulle vittime (…) Mi ci è voluto un po’ di tempo per capire che era moralmente sbagliato e condannabile», ha spiegato.

Responsabilità della gerarchia ecclesiastica

La Croix riferisce che al processo la diocesi di Lione è rappresentata dal suo vescovo ausiliare, Mons. Emmanuel Gobilliard, che si è seduto dalla parte delle vittime. Uno dei temi centrali di questo processo è sapere come questo ex sacerdote, di cui si conoscevano comunque le tendenze pedofile, abbia potuto continuare ad agire impunemente in parrocchia, a contatto con i giovani. La questione della responsabilità della gerarchia ecclesiastica sarà quindi al centro di questo processo, dopo essere stata al centro di quello del cardinale Philippe Barbarin. Nel marzo 2019, l’arcivescovo di Lione, oggi in ritiro dal governo della sua diocesi, è stato condannato a sei mesi di reclusione con la condizionale per non averlo denunciato i fatti. La decisione d’appello che lo riguarda è prevista per il 30 gennaio.

L’ammissione dei fatti

Nel luglio scorso, Bernard Preynat è stato «giudicato colpevole di aver commesso reati sessuali contro minori di 16 anni» da un tribunale ecclesiastico. «Alla luce dei fatti e del loro ripetersi, del gran numero di vittime, del fatto che padre Bernard Preynat ha abusato dell’autorità conferitagli dalla sua posizione all’interno del gruppo scout da lui fondato e guidato fin dalla sua creazione, assumendo la doppia responsabilità di capo e cappellano, il tribunale ha deciso di applicare la massima pena prevista dalla legge della Chiesa in un caso del genere, cioè la destituzione dallo stato clericale«, si legge in una dichiarazione rilasciata al termine di questo processo penale. Il tribunale sta attualmente esaminando le richieste di risarcimento finanziario presentate da una ventina di vittime.

cath.ch/agenzie/redazione

Chiesa cattolica svizzera

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