Da 100 anni con le donne, per le donne, insieme alla Chiesa

Ilda Rossi, Dionigia Duchini, Rosita Generadini. Sono questi i nomi delle tre donne provenienti dalle file dell’Unione Femminile Cattolica Ticinese (UFCT) che, insieme ad altre 8 donne, furono le prime elette in Gran Consiglio, nel 1971. Questo uno dei grandi risultati che l’Unione Cattolica Femminile Ticinese, nata come una branca dell’Azione Cattolica, ha realizzato in questi cento anni di vita, che si appresta a festeggiare quest’anno.
Una storia, quella dell’Unione Femminile costellata di idee ed iniziative, di successi e momenti di difficoltà. Per decenni le donne dell’UFCT hanno operato nelle parrocchie. Impegnate nelle mille attività che comprata mandare avanti la…casa di Dio. Per molte di loro, queste attività hanno rappresentato la prima occasione per uscire di casa e avviare un cammino di emancipazione. Molte ragazze dell’UFCT sono poi diventate maestre, operatrici sociali, infermiere, quando questi mestieri non erano di facile accesso per le donne o, addirittura, richiedevano la rinuncia alla possibilità di formarsi una famiglia propria. Nasce in quei primi anni anche la Casa Montanina di Camperio, voluta per offrire una vacanza a chi non se lo poteva permettere, come per esempio, le sigaraie di Chiasso e anche per avere una propria casa dove incontrarsi e far germogliare i progetti.
Il 1968 con le grandi rivoluzioni culturali e la conseguente crisi delle istituzioni religiose, investe con forza sia l’Azione Cattolica che l’Unione Femminile, riducendone drasticamente le adesioni in Ticino. E’ soprattutto grazie alla forte amicizia che lega le donne dell’UFCT – pur tra mille difficiltà- riesce a reggere a questo esodo.
Nel 2010, Carmen Pronini, la storica presidente che ha traghettato l’UFCT attraverso anche questa tempesta, si dimette mettendo futuro e speranze, nelle mani della giornalista Corinne Zaugg. In tempi totalmente diversi, anche l’UFCT cambia. Riconoscere e promuovere la specificità del femminile nella Chiesa, diventa l’obiettivo su cui investire. «Oggi» dice Corinne Zaugg, «si deve ancora combattere contro gli stereotipi. E la strada è ancora lunga. Noi stesse facciamo ancora parzialmente parte di una generazione di donne che è nata e cresciuta con la visione maschile della teologia e delle Scritture. Il Concilio Vaticano II è terminato proponendo una nuova attenzione al mondo femminile e consentendo anche alle donne la possibilità di accedere agli studi di teologia. Sono nate così numerose teologhe che hanno saputo e voluto leggere la Bibbia con uno sguardo nuovo. Lo sguardo di quell’altra metà del cielo che sin qui non aveva gli strumenti per farlo. Ne è nata una lettura diversa, complementare a quella maschile, fin qui considerata l’unica. Una prospettiva nuova, per molti versi inedita, che molto ha saputo regalare alla teologia».
Aggiunge Corinne Zaugg: «L’Unione Cattolica Femminile Ticinese ha una proposta anche per tutte le donne – e non tantissime- che lentamente in questi ultimi anni, hanno abbandonato la Chiesa. Senza clamore, in punta di piedi. Queste sorelle non ci lasciano indifferenti. Noi restiamo perché sentiamo la Chiesa casa nostra, perché, come Papa Francesco spesso ricorda, dobbiamo amare la Chiesa anche nella sua imperfezione. L’Unione Cattolica Femminile Ticinese oggi si propone come luogo di riflessione per portare avanti il dialogo tra uomini e donne nella Chiesa, non per affermare che siamo uguali (in effetti siamo, e per fortuna, diversissimi!) ma per dirci che siamo equivalenti. E per aiutare la Chiesa, abituata da secoli ad essere declinata al maschile, ad aprirsi anche alla ricchezza del femminile».
Nel corso dell’anno, le attività dell’UFCT spaziano da incontri, conferenze, momenti di preghiera, una presenza puntuale presso il Centro Rifugiati di Chiasso e il settimanale appuntamento di walking spirituale. La costatazione che Corinne Zaugg fa, dopo dieci anni di attività quale presidente dell’UFCT, è che quando ad un’attività ad invitare sono le donne, sono solo le donne a rispondere. Mentre quando sono gli uomini a farlo, la proposta è sentita come rivolta a tutti. E questo è un meccanismo che penalizza molto le donne e che spesso «accade», senza che vi sia alcuna malafede. Perché alla sua base vi è l’inveterata consuetudine di sentire quanto dicono gli uomini come un parlare generico e oggettivo, mentre quello delle donne, come espressione di un parziale soggettivo.
«E’ difficile far comprendere che alla base del nostro cammino, del nostro incontrarci e del nostro parlare», prosegue Corinne Zaugg «non vi è la volontà di andare «contro» ma quella di partecipare «insieme». Non è che pensiamo di aver risposte risolutive per quanto riguarda il futuro della Chiesa, ma semplicemente vorremmo poter partecipare insieme, uomini e donne, a crearlo, pensarlo, sognarlo».
L’orizzonte prossimo parte dall’assemblea che si terrà il 18 di gennaio, al Centro pastorale San Giuseppe, in via Cantonale 2A, con inizio alle ore 10 e vedrà l’Unione Cattolica Femminile Ticinese, da un lato guardarsi grata alle spalle per quanto ricevuto dalle tante donne che in questi cento anni hanno speso parte importante della loro vita tra le fila dell’associazione e dall’altro guardare avanti per vedere come celebrare al meglio l’importante traguardo e continuare a dare il proprio originale contributo alla Chiesa di Lugano.

Chiesa cattolica svizzera

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