«Sul crinale della riforma della Chiesa nel secolo XVI, – scrive Stefania Falasca presentando il nuovo numero dell’Inserto femminile nell’Osservatore romano dedicato all’attitudine positiva di Bergoglio nei confronti del genio femminile- in anticipo sui tempi, Ignazio di Loyola si distinse come infaticabile apostolo delle donne. La fitta corrispondenza con l’universo femminile del suo tempo ne documenta la filigrana: quella di un’attenzione spirituale di direttore di coscienza sorprendentemente aperto, lungimirante e perspicace. E seppure, paradosso insolubile, impedì l’istituzione di un ordine di gesuitesse, la sua azione appare volta ad arruolare le donne al servizio dell’unica grande opera che gli sembra importante sulla terra: aiutare le anime, far progredire la Chiesa nella fedeltà a Cristo. Ed è difficile non rinvenire traccia di questo milieu di risonanza ignaziana anche nella personale e particolare attenzione mostrata verso la questione femminile dal gesuita papa Francesco. Ma al di là della formazione personale, la sollecitudine con la quale papa Francesco, fin dalla sua elezione, si è dedicato alla questione delle donne, del loro ruolo e accesso alle responsabilità ecclesiali, evidenzia l’urgenza di affrontare una realtà che riguarda la visione della Chiesa stessa e investe la sua natura gerarchica e comunionale. È tale visione infatti che spinge il Papa a percepire il monocolore maschile come un difetto, uno squilibrio, una minorazione della Chiesa considerato che senza le donne essa risulta deficitaria nell’annuncio e nella testimonianza e che dunque compromette la sua missione.
Stefania Falasca
Chiesa cattolica svizzera