Schiave invisibili: il flagello della prostituzione minorile

La stigmatizzazione forte e l’appello preoccupato giunti dalle parole del Santo Padre a Bangkok sul flagello dello sfruttamento sessuale dei minori riaccende i riflettori su un tema doloroso e sottostimato che merita maggiori attenzioni e un più deciso impegno a livello di cooperazione internazionale. Secondo i dati della Commissione nazionale thailandese per le donne il numero totale di prostitute al di sotto dei 18 anni di età è stimabile tra le 30 e le 35.000 unità. Ma quello dello sfruttamento della prostituzione minorile principalmente nei Paesi con esorbitanti sacche di povertà non è un problema solo thailandese.

Recenti dati di Save the children stimano che nel mondo quasi 10 milioni di bambini e adolescenti siano costretti in stato di schiavitù, venduti e sfruttati e di questi una preponderante parte a fini sessuali. E persino in Italia (secondo i dati emersi dal Rapporto di Save the children «Piccoli schiavi invisibili 2019») ogni notte ci sono più di 2000 bambine e adolescenti vittime di tratta che, nell’indifferenza generale, vendono i loro corpi sulle strade.

Sulla stessa linea il dossier «La condizione delle bambine e delle ragazze del mondo» di Terres del Hommes, presentato l’11 Ottobre scorso per la Giornata internazionale delle bambine, in cui si evidenzia come, nel mondo, 12 milioni di ragazze si sposino forzatamente ogni anno prima di aver compiuto i 18 anni, e di queste circa 2 milioni con meno di 15 anni rimangono incinte in conseguenza delle violenze subite da mariti troppo adulti per loro.

Sembra quasi inconcepibile dover parlare così vivamente di violazione dei più basilari diritti umani e di una fiorente industria della prostituzione minorile a favore delle grandi organizzazioni criminali, proprio all’indomani delle celebrazioni svoltesi per il trentennale della Convenzione dell’Onu sui diritti per l’infanzia e l’adolescenza (che con 196 adesioni è diventata il trattato in materia di diritti umani con il più alto tasso di ratifiche) e a poche ore dalla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

La Convenzione, secondo il nuovo rapporto dell’Unicef «Ogni diritto per ogni bambino» ha portato al raggiungimento di storici traguardi per tantissimi bambini in tutto il mondo, ma quelli tra loro più poveri devono ancora beneficiarne pienamente e tra questi, in particolare, le tante bambine che chiedono di essere protette da reati gravissimi contro la persona e contro la vita stessa, che purtroppo sono in costante aumento.

L’infanzia negata a troppe bambine e ragazze di tutto il mondo è una responsabilità che richiama tutti a una profonda riflessione, a non chiudere gli occhi, a sentire forte la responsabilità di una azione più forte e coordinata da parte degli Stati, ma anche alla mobilitazione delle coscienze individuali per diffondere sempre più una cultura che sia autenticamente rispettosa della parte più pura ma anche più debole e indifesa di tutte le nostre società.

Osservatore Romano

Chiesa cattolica svizzera

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