«Una scuola di vita importante che avvicina i ragazzi a Gesù». Il 1. dicembre un incontro per chierichetti e ministranti della Diocesi di Lugano

Chierichetti non sono solo le  bambine e i bambini, ma anche i più  grandi. «Vogliamo coinvolgere tutti:  ecco perché utilizziamo anche il termine  ministranti, in modo che sia  chiaro che chiunque presta il suo  servizio all’altare può partecipare alla  giornata a loro dedicata», lo sottolinea  don Emanuele Di Marco, che,  per il Centro di Liturgia Pastorale  della Diocesi di Lugano, organizza  domenica 1. dicembre a Lugano un  incontro per chierichetti e ministranti  di tutte le parrocchie del Ticino.  Il tema scelto è ripreso dalla  lettera pastorale del vescovo Valerio  Lazzeri «Come in cielo così in terra». 

«Il chierichetto è qualcuno che lavorando  sulla terra aiuta a vivere il cielo.  È addetto alla liturgia, dove si  rende presente il Signore qui sulla  terra, ed è dunque un testimone privilegiato  », evidenzia don Emanuele.  Scopo della giornata è quello di  ritrovarsi, di sentirsi parte di un  gruppo più ampio, e di imparare  qualcosa di nuovo attraverso una  caccia al tesoro. Sarà dato spazio anche  alla riflessione. «Il Vescovo, per  queste occasioni, propone sempre  una meditazione da un testo biblico  ». 

Ma quale è il «plusvalore» dell’essere  chierichetto? «Per il bambino  assume un ruolo importante, perché  già da piccolo viene a contatto  con la liturgia, scoprendone, anche  attraverso i gesti, i simboli, gli oggetti,  il valore spirituale: è  dunque un terreno fecondo  », evidenzia don  Emanuele Di Marco,  che non nasconde una  certa preoccupazione  per la diminuzione dei  chierichetti nelle parrocchie.  «Ho paura che  ci sia una certa disaffezione  rispetto a questo ruolo, perché  si ha l’impressione che non sia  così utile. Ma il discorso del chierichetto  è molto più ampio dell’utilità:  è un’esperienza di crescita e un  trampolino di lancio. Ad esempio,  quante vocazioni al sacerdozio sono  partite da questo servizio». 

«Non mi ricordo la prima volta  che ho fatto la chierichetta, avrò  avuto sei o sette anni, ma questo servizio  è stato per me fondamentale  perché ha gettato le basi della mia  conoscenza e della mia amicizia  con Gesù», ci racconta Lisia Rusconi.  «Mi ha chiamata il parroco di  Pazzallo, dove abitavo, con il quale  si è creato fin da subito un bellissimo  rapporto. Per me era una cosa  importante poterlo aiutare sull’altare,  mentre lui celebrava la messa,  era una cosa grande, che sentivo come  sacra e questo  mi dava molta  gioia». Lisia ricorda  con affetto l’amico  d’infanzia con il  quale ha condiviso  questa esperienza.  «Nel fare questo servizio  insieme, fra  noi cresceva anche  l’amicizia». Tutto questo l’ha tenuta  vicino anche alla Messa. «Avevo un  impegno, che ho preso con responsabilità  ».  «Quello che è venuto dopo, come  essere catechista e insegnare religione  trova il suo inizio, il suo giardino,  in questo servizio», sottolinea  Lisia, che ha trasmesso la sua esperienza  anche ai quattro figli. «È stata  una cosa molto naturale. Insieme  a mio marito, fin da piccoli li abbiamo  portati in chiesa e ad un certo  punto ho proposto loro di fare i chierichetti,  non però come un’imposizione,  e li ho accompagnati».  Per Lisia la relazione fra sacerdote  e i ragazzi è fondamentale in questo  servizio. Se il parroco diventa un  punto di riferimento, allora scaturisce  anche la gioia. «Avvicina i ragazzi  a ciò che ci è chiesto come cristiani:  amare nel servizio. È una scuola  di vita». 

«Quando ho iniziato a fare il chierichetto  nella parrocchia di Capolago  andavo ancora all’asilo e non  avevo il camice, perché le taglie disponibili  erano tutte grandi», ci confida  Luca Bonsignore. Ad attirarlo  verso questo servizio sono stati la  curiosità, il parroco, gli amici  dell’oratorio. «Per me è stata un’opportunità  di crescita personale e di  avvicinamento al servizio, non solo  all’altare, ma anche nella vita quotidiana  », sottolinea. Oggi si occupa  della formazione dei chierichetti  nella parrocchia di Mendrisio. «Mi  dedico alla parte pratica: insegnare  ai ragazzi come muoversi, cosa fare  durante le celebrazioni, spiegando  anche il significato di ciò che ci sta  facendo». Un impegno notevole,  con incontri settimanali prima o dopo  la messa per «esercitarsi» e arrivare  pronti alle celebrazioni. Ma è  anche un’opportunità per vivere  un’esperienza di gruppo e di collaborazione.  «Gli incontri diocesani  sono utili, perché aiutano a farsi coraggio  e a vedere che anche nelle altre  parrocchie c’è questa realtà: non  c’è da vergognarsi a dire che si fa il  chierichetto, anzi è una preziosa testimonianza », evidenzia Luca. 

Domenica 1. dicembre:  il ritrovo è a Lugano 

La giornata diocesana per i chierichetti  e i ministranti, giunta alla terza  edizione e organizzata dal Centro  di Liturgia Pastorale, si svolgerà domenica  1° dicembre con il seguente  programma: ore 14 ritrovo all’Oratorio  di Lugano , ore 14.15 trasferta  alla Basilica del Sacro Cuore con caccia  al tesoro e formazione pratica,  ore 15.30 incontro con il vescovo Valerio  Lazzeri, ore 16 preghiera conclusiva  e merenda. L’incontro è rivolto  a tutti i chierichetti e ai ministranti  della Diocesi di Lugano. L’evento è  gratuito, ma bisogna iscriversi entro  domani sera, scrivendo a:  info@oratoriolugano.ch. 

Katia Guerra

Chiesa cattolica svizzera

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