Hong Kong, un terzo dei dimostranti arrestati ha meno di 18 anni

Negli ultimi quattro mesi di manifestazioni contro la legge sull’estradizione in Cina, circa un terzo degli arrestati è costituito da giovani al di sotto dei 18 anni. Lo ha detto il Segretario generale del governo Matthew Cheung Kin-chung al South China Morning Post, definendo il dato «sconvolgente» e «straziante». Le manifestazioni iniziate in giugno contro la legge – ritirata dopo tre mesi – sono cresciute come un movimento pro-democratico, che esige risposta a «cinque domande», fra cui un’inchiesta indipendente sulle violenze della polizia e l’attuazione del suffragio universale per le elezioni nel parlamento e nella scelta del capo dell’esecutivo.

L’irremovibilità del governo ha spinto frange di dimostranti ad operazioni di vandalismo e a scontri con le forze dell’ordine di intensità sempre maggiore.

Matthew Cheung ha dichiarato che su 2379 arrestati fino ad ora, 750 sono minori di 18 anni e 104 di essi sono minori di 16 anni.

Il governo ha dato anche le cifre dei danni e delle distruzioni causate dai gruppi più radicali del movimento: 42 km di ringhiere lungo la strada; 2600 mq di sassi dai marciapiedi; un quinto dei semafori nella città. A questi si aggiungono distruzioni nelle stazioni della metropolitana: 2400 macchine obliteratrici; 900 telecamere di sicurezza, colpendo 83 stazioni su 94.

Dal 5 ottobre, il governo ha varato una legge sulla sicurezza che vieta di coprire il volto in pubblico. Molti giovani, timorosi del riconoscimento facciale da parte della polizia e per salvarsi dai gas lacrimogeni e spray urticanti usati dalle forze dell’ordine, hanno preso l’abitudine di indossare maschere nelle dimostrazioni e anche a scuola.

Molti ragazzi e ragazze delle scuole medie e superiori partecipano a dimostrazioni in centro città e attorno alle loro scuole. Gli insegnanti del territorio sono stati criticati dalla Cina perché non fanno nulla per fermarli.  Secondo la Xinhua, ciò mostra il fallimento del modello educativo di Hong Kong. Per l’agenzia governativa di Pechino, il giovane Tsang Chi-kin, ferito al petto dalla polizia lo scorso primo ottobre, dovrebbe essere espulso dalla scuola. Il giovane è accusato di rivolta e di assalto contro due poliziotti.

Una lettera aperta dal card. Tong

Intanto, l’Amministratore apostolico di Hong Kong, il card. John Tong, pubblica una lettera aperta. «Provo un profondo dolore nel vedere i giovani ansiosi e preoccupati a causa dell’attuale situazione sociale, poiché essi non solo rappresentano il nostro futuro ma anche il nostro presente».

«I tumulti iniziati a causa della legge sull’estradizione non solo non migliorano, ma tendono ad aggravarsi ulteriormente. In quanto cittadino di Hong Kong, nutro un profondo dolore al riguardo. Sono un religioso e non un politico; infatti, non sono qui per proporre un’eventuale soluzione a questo problema. Tuttavia, grazie alla mia fede, sono fermamente convinto che il Signore sia il padrone della storia umana, nonostante quanto sta accadendo non sia spiegabile con il buon senso e le persone coinvolte non sappiano come affrontarlo. Eppure, sono fermamente convinto che Dio ci accompagni durante le difficoltà».

«In questo periodo, tanti fedeli mi hanno domandato: «Oltre alla preghiera, cos’altro possiamo fare?». So che la preghiera non cambia gli altri, ma penso che possa convertire il nostro cuore aiutandoci ad affrontare la prova e ritrovare la speranza. So che la maggior parte degli ascoltatori non è credente e che è possibile perdere il controllo, durante questo periodo di ripetuti disordini. In tali situazioni, vi suggerisco di fare un profondo respiro e ricordare come avete fatto in passato a superare sfide, ritrovando la speranza. E se tutte queste informazioni negative influiscono sulla vostra pace interiore, vi consiglio di confidarvi con qualche amico fidato che vi comprende; questo ci aiuta ad andare avanti».

«Quando le nostre richieste legittime non vengono accettate, possiamo sentirci delusi. Ma non dovete perdere la speranza, poiché la disperazione offusca il nostro sguardo sul futuro, prosciugando la nostra vita. Dobbiamo stare attenti, poiché l’ira induce l’uomo all’odio. A poco a poco, esso consuma la nostra capacità di distinguere tra il bene e il male, distruggendo la bontà e provocando violenze. Sono fermamente convinto che la violenza non è la soluzione al problema attuale, ma provoca solo ferite sempre più profonde».

«Infatti, le due Guerre mondiali avvenute nello scorso secolo e il genocidio commesso sulla penisola balcanica verso la fine degli anni ’80 sembrano ancora eventi accaduti ieri, che hanno provocato innumerevoli morti. Questo è proprio il frutto dell’odio. Come ben sappiamo, sia il santo Gandhi sia Nelson Mandela – che ha lottato in Sudafrica per l’eliminazione della politica segregazionista – hanno portato avanti proteste pacifiche contro la tirannia, guadagnando una fama internazionale. Si dice che siamo tutti fratelli e sorelle: questo coincide perfettamente con la nostra fede cristiana».

«Tutti condividiamo la medesima origine; ognuno di noi possiede la stessa natura: tutti abbiamo dei sentimenti; tutti abbiamo diritto alla vita; tutti abbiamo la stessa dignità. Ciascuna persona porta con sé un’esperienza di vita differente, dando luogo a idee e opinioni diversi; perciò dobbiamo rispettarci reciprocamente seguendo la nostra coscienza. Questo è stato uno degli elementi fondamentali a determinare il successo di Hong Kong negli anni passati».

«Solo rispondendo e concretizzando le richieste dei cittadini, è possibile ricostruire l’armonia; perciò, al momento il compito prioritario consiste nella ricostruzione della fiducia reciproca tra il governo e i cittadini, riportando indietro quella preziosa armonia sociale che sta venendo meno. Provo un profondo dolore nel vedere i giovani ansiosi e preoccupati a causa dell’attuale situazione sociale, poiché essi non solo rappresentano il nostro futuro ma anche il nostro presente».

«Quanto sta accadendo li rende confusi e delusi: come aiutarli ad uscire da questo labirinto è pertanto il compito prioritario di tutte le classi sociali e le autorità. Invito il governo di ascoltare attentamente il grido dei cittadini di Hong Kong; i governanti devono applicare e rispettare la legge con coscienza, ripristinando la fiducia e il rispetto dei cittadini nei loro confronti».

red/asianews


Chiesa cattolica svizzera

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