La chiesa del Sacro Cuore di Bellinzona festeggia 80 anni

Importante traguardo per la chiesa del Sacro Cuore di Bellinzona che quest’anno festeggia ottant’anni. Per sottolineare la ricorrenza sono previsti diversi appuntamenti. Il 2 ottobre scorso a «Spazio aperto» padre Mauro Jöhri ha tenuto una conferenza sulla storia della presenza dei Frati Cappuccini in Ticino (dalla quale abbiamo estratto i dati del box centrale). Abbiamo incontrato p. Gianbattista Rosa frate cappuccino responsabile della comunità del Sacro Cuore di Bellinzona.

P. Gianbattista, con quale spirito la parrocchia del Sacro Cuore sta vivendo questo anniversario? «Il tentativo è di ripercorrere le tappe e gli eventi che hanno costruito nel tempo la nostra comunità; gli inizi della presenza dei frati nel quartiere nord di Bellinzona, l’arrivo e la missione di p. Callisto Caldelari, l’esperienza delle sacre rappresentazioni, i concerti che hanno accompagnato la crescita della comunità, l’arte che rimane un aspetto importante di ogni esperienza umana. L’intento è di fare memoria del patrimonio di vita e di fede della comunità e trasmetterlo alle nuove generazioni».

Quali sono le attività che ritenete più importanti? «L’attenzione pastorale abbraccia tutte le realtà presenti sul territorio di Bellinzona nord: si va dalle catechesi per tutte le fasce di età alla cura delle due case anziani vicine a noi. Al centro di tutte le attività c’è l’annuncio del Vangelo, come suggerito più volte da papa Francesco, fatto in modo semplice, il cui cuore è l’amore incondizionato di Dio per ogni uomo in qualunque situazione si trovi. Fondamentale l’accoglienza, in particolare per quelle situazioni di maggior debolezza, non solo economica. Penso infatti alla solitudine di molte persone. Mi piace l’idea di papa Francesco di una Chiesa che si sporca. Siamo prima di tutto una comunità francescana e credo che questo sia molto attuale, i grandi temi che oggi vengono proposti sono i temi più cari a San Francesco: il ritorno al Vangelo come risposta concretissima ai mali e ai bisogni di ogni uomo e di ogni società, l’attenzione ai poveri, la difesa dell’ambiente, l’accoglienza fatta di gesti concreti, una liturgia che torni a Comunità parrocchiale del Sacro Cuore di Bellinzona in occasione di una celebrazione di battesimi. essere capita e vissuta dalle persone, la denuncia chiara e decisa verso gli scandali che ogni tanto appaiono nella Chiesa».

In questo «cambiamento d’epoca», come guardate al futuro? «La Chiesa sta cambiando, come è accaduto tante volte nella sua bimillenaria storia. Cristo è vivo e con l’azione costante dello Spirito Santo conduce con pazienza tutta l’umanità all’incontro con il Padre. Mi piace pensare alla Chiesa come «casa comune» dove ci sono molte cose, alcune preziose e importanti, altre modificabili, ma in questa casa un po’ impolverata si trova, per chi cerca la «Perla preziosa», il dono di quella «vita nuova in Cristo» che rompe i nostri egoismi, le nostre solitudini e ci rende capaci del «dono di se»».

Il prossimo appuntamento è per domani, domenica 13 ottobre, con la sacra rappresentazione «Dove abiti?». .. «E’ un nuovo lavoro teatrale di P. Marco Finco, responsabile del centro francescano culturale e artistico «Rosetum » di Milano. A Bellinzona ha già proposto «Il Cavaliere nel Sacco» una rappresentazione originale della vita di San Francesco d’Assisi. «Dove abiti?» è stato presentato per la prima volta al Meeting di Rimini. Un’occasione da non perdere, rivolta particolarmente a bambini e ragazzi, per accostarci all’esperienza travolgente dell’incontro con Gesù dei primi discepoli: Giovanni e Andrea».

I prossimi appuntamenti

13 ottobre, «Spazio aperto», 15.00, «Dove abiti?», spettacolo teatrale per bambini e ragazzi.

19 ottobre, chiesa del Sacro Cuore, 20.15, concerto Coro Castelgrande.

5 novembre, «Spazio aperto», 20.15, presentazione del libro, di Tarcisio Casari, sulla storia degli 80 anni della parrocchia.

12 novembre, chiesa Sacro Cuore, 20.15, conferenza di fra Roberto Pasotti sulla parte artistica della chiesa.

17 novembre s. messa, 10.45, presieduta dal vescovo di Lugano, mons. Valerio Lazzeri.

19 novembre, chiesa del Sacro Cuore, 20.15, Riccardo Bergossi presenterà lo stile architettonico della chiesa.

I frati cappuccini nella Svizzera italiana

Le prime testimonianze della presenza francescana nella Svizzera italiana risalgono al 1230. I primi cappuccini arrivano a Bigorio nel 1535. Nel 1607 venne fondato il convento di Faido.

Una nuova riforma francescana

Iniziatore della riforma dei cappuccini fu il frate osservante Matteo da Bascio. Papa Clemente VII permise ai frati di portare il tipico saio con il cappuccio e con la bolla Religionis Zelus (1528) permise di condurre vita eremitica.

Convento del Bigorio

Sorse accanto ad una chiesetta già presente in loco che rispondeva perfettamente alle esigenze dei primi cappuccini. Era sufficientemente appartato ma nemmeno troppo lontano dall’abitato per potervi svolgere la questua e far fronte ai bisogni della gente specialmente in tempi di epidemie. Fondò il convento P. Pacifico de Carli di Lugano. La chiesa venne ampliata e consacrata da parte del Cardinale Carlo Borromeo.

Santuario della Madonna del Sasso

Nel 1852 i cappuccini ticinesi vennero obbligati dal Cantone Ticino a prendersi cura del Santuario della Madonna del Sasso. Col passare degli anni, ampliarono il convento e aggiunsero la facciata monumentale alla basilica.

Provincia e Custodia

Fino al 1781 i conventi del Ticino fecero parte della Provincia di San Carlo di Milano. A seguito dell’intervento di Giuseppe II d’Austria, che ridusse drasticamente il numero dei conventi quelli del Ticino vennero eretti a Custodia. Da notare che nel 1761 il numero complessivo dei frati raggiungeva la cifra considerevole di 34’029, mentre nel 1883, poco più di cento anni dopo, sono ridotti a soli 7’722. Nel 1810 Napoleone sopprime gli Ordini religiosi. Nel 1883 a motivo del numero assai ridotto di frati, i conventi ticinesi vengono affidati alla Provincia elvetica. Nel 2018, ultimo sviluppo, i cappuccini diventano Custodia della Provincia di Milano.

Federico Anzini

Chiesa cattolica svizzera

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