Sinodo Amazzonia: Enzo Bianchi, «il Papa indica un orizzonte profetico»

«I problemi dell’Amazzonia sono i problemi del pianeta, riguardano tutti e non riguardano solo una terra o una cultura». Lo sottolinea Enzo Bianchi, fondatore della comunità monastica di Bose, in un’intervista al Sir nella quale si sofferma sui temi che saranno al centro del Sinodo sull’Amazzonia che si svolgerà in Vaticano dal 6 al 27 ottobre prossimi. «L’atteggiamento che i cristiani possono avere verso questa terra, verso queste popolazioni, verso questa cultura dev’essere di modello per tutti i rapporti tra la Chiesa e le culture», spiega Bianchi, secondo cui «il fenomeno della fede che si deve inculturare nelle genti, nei popoli, è un fenomeno al quale nel passato abbiamo prestato poca attenzione». «Il Papa ci chiede di fare una revisione e di chiederci davvero come un popolo può esprimere la sua fede, la sua liturgia, la sua vita cristiana in termini che le sono propri», osserva Bianchi, per il quale «dobbiamo metterci in questo cammino, seppur in ritardo e magari con difficoltà e fatica». Bianchi approfondisce poi il tema del discernimento comunitario, che «è sempre un discernimento sinodale, è un cammino tutto da creare, da inventare. E quando un cammino dev’essere fatto da un popolo – nota – è un cammino lungo, richiede tempi lunghi, educazione, maturazione, assunzione di nuove forme». Al Sinodo si rifletterà anche su ambiente ed «ecologia integrale»: «il futuro della terra riguarda i poveri, il futuro dei poveri riguarda la terra», sostiene Bianchi, che individua «il grande orizzonte profetico indicato da Francesco. Il Papa, credo, ha indicato tre orizzonti: all’interno della Chiesa, la sinodalità; con tutta l’umanità, la fraternità; e il terzo, che riguarda tutto il mondo, tutta la creazione, tutta la Terra, è il problema ecologico e della giustizia. Sono le tre sfide, i tre orizzonti del terzo millennio, che il Papa con profezia ha saputo individuare e indicarci».

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