Vengono da Honduras, Guatemala ed El Salvador, la maggior parte di questi bambini e giovani migranti. Paesi dove il tasso di omicidi adolescenziali è tra i più alti al mondo.
L’Unicef e i suoi partner si impegnano a garantire ai bambini, e a tutti i giovani di questa regione, un’istruzione di qualità e le competenze necessarie per costruirsi un futuro migliore. «A partire dal presupposto che questi Paesi privilegino l’interesse superiore dei bambini nell’applicazione delle leggi e delle procedure in materia di immigrazione, che si mantengano le famiglie unite e che si trovano alternative alla detenzione dei bambini in base al loro stato migratorio, come le famiglie affidatarie e anche le case famiglia», spiega a Vatican News, Andrea Iacomini, portavoce Unicef Italia.
«Le cause dei flussi migratori – spiega ancora Andrea Iacomini – sono le violenze, la grande povertà, le minacce che spesso le famiglie con i propri figli subiscono. Parliamo di luoghi in cui i papà e le mamme decidono consapevolmente di fuggire perché rappresentano un grave pericolo per i propri figli».
«È chiaro che il Piano di Sviluppo Globale che il Messico ha coordinato insieme alla commissione economica dell’America Latina e i Caraibi (ECLAC), potrà svolgere un ruolo importante nel rendere la migrazione facoltativa piuttosto che inevitabile. E l’Unicef è pronta a contribuire a questo piano, anche attraverso un programma che possa garantire la scolarizzazione per 500 mila bambini nell’El Salvador, in Honduras, in Guatemala e in Messico», conclude così il portavoce dell’Unicef Italia.
vaticannews/red
Chiesa cattolica svizzera
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