La serva di Dio, Guadalupe Ortiz de Landázuri è stata beatificata oggi a Madrid. Si tratta della beatificazione della prima donna laica nell’Opus Dei.

«Non aveva nessun interesse se non quello di essere docile strumento nelle mani di Dio». Così il prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, card. Angelo Becciu, ha indicato all’assemblea presente a Madrid questa mattina la sua figura. Il porporato ha indicato la nuova beata come modello «di come attingere la luce che è Cristo e di come trasmetterla ai fratelli». «Abbiamo un compito – ha affermato il card. Becciu –, una responsabilità che deriva dal dono ricevuto: tramandare questa luce e farla risplendere davanti agli uomini».

Poi, soffermandosi sulla «grandezza di questa donna toccata dalla Grazia e illuminata dall’incontro con il fondatore dell’Opus Dei», il cardinale l’ha indicata nella capacità di «trasformare in preghiera tutto ciò che faceva». «È preghiera, dunque, la Croce che conosce molto presto nella sua vita; è preghiera la formazione delle nuove leve; è preghiera la perseveranza, la sobrietà, la penitenza». Una vita «saldamente radicata al Vangelo» quella della nuova beata. La sua «marcia in più» riconosciuta dal cardinale: «il proposito di farsi Santa» e «sulla scia della spiritualità dell’Opus Dei».

Infine, l’attenzione del card. Becciu sul suo stile di vita, che «ci porta a fidarci di Dio e a sentirci espressione della sua volontà in ogni momento». «Ci insegna quanto sia bello possedere capacità di ascolto e atteggiamento sempre gioioso anche nelle situazioni più dolorose».

Una lettera di Papa Francesco

Guadalupe Ortiz de Landázuri «mise le sue numerose qualità umane e spirituali al servizio degli altri, prestando aiuto in modo speciale ad altre donne e alle loro famiglie bisognose di educazione e di sviluppo». Lo scrive Papa Francesco in una lettera indirizzata al prelato dell’Opus Dei, mons. Fernando Ocáriz. Il pontefice ha voluto unirsi nel «rallegrarsi e render grazie a Dio» per la beatificazione e ha sottolineato che la nuova beata «tutto questo lo ha compiuto senza nessun atteggiamento proselitista, ma solo con la sua preghiera e la sua testimonianza», «con la gioia che sgorgava dalla sua consapevolezza di essere figlia di Dio». La nuova beata – sottolinea il Papa – è una testimone «di santità, vissuta nelle circostanze comuni della sua vita cristiana». Quindi, Francesco ha indicato il suo esempio «come impulso ad aspirare sempre a questa santità della normalità, che arde nel nostro cuore con il fuoco dell’amore di Cristo e di cui il mondo e la Chiesa oggi hanno tanto bisogno». Santità che comporta l’»aprire il cuore a Dio», «uscire da se stessi e farsi incontro agli altri dove Gesù ci aspetta, per offrir loro una parola di incoraggiamento, una mano su cui contare, uno sguardo di tenerezza e di consolazione».