Vescovi svizzeri aggiornano le direttive sugli abusi sessuali. Oggi l'entrata in vigore

Rafforzamento dell’obbligo di denuncia e della prevenzione. Entrano in vigore oggi, 1 marzo, le nuove direttive riviste della Conferenza episcopale svizzera e dell’Unione dei superiori maggiori religiosi svizzeri sugli abusi sessuali nel contesto ecclesiale.

Denuncia
Le linee guida prevedevano che una vittima adulta dovesse essere informata, in tutti i casi, della possibilità di presentare una denuncia civile, ma che potesse opporsi alla presentazione di una denuncia da parte di dignitari ecclesiastici. D’ora in poi, la vittima adulta non avrà più questo «diritto di veto». «Gli Ordinari (vescovi diocesani, vicari generali o episcopali e superiori maggiori di ordini religiosi) – commenta un comunicato della Conferenza dei Vescovi svizzera – dovranno notificare agli enti pubblici responsabili del perseguimento, tutti i reati perseguiti d’ufficio di cui sono a conoscenza.» La norma adottata finora era stata accettata su raccomandazione di terapeuti che avevano richiesto un «diritto di veto» per le vittime. Tuttavia, la pratica ha dimostrato che, senza l’obbligo di denuncia, esiste ancora il rischio di coprire casi e di mettere in pericolo le potenziali vittime future. Ciò che non è cambiato è l’obbligo incondizionato di segnalare i sospetti in materia di abusi sessuali su minori.

Prevenzione
Obbligatorie per tutti le misure di prevenzione che già sono in atto in alcune Diocesi e ordini religiosi. «Ogni Diocesi, comunità monastica e altre comunità ecclesiali – spiega il comunicato – deve designare un responsabile della prevenzione e avere un proprio concetto di prevenzione che definisce i criteri di base per una percezione adeguata e professionale della distanza e della vicinanza e per relazioni reciproche rispettose. Questo concetto di prevenzione dovrebbe poi portare all’elaborazione di codici e norme di condotta.»
La nuova versione delle direttive prevede anche misure preventive nel campo della formazione o della pastorale multiculturale. Prevede anche modifiche nella stipula dei contratti: le amministrazioni diocesane si impegnano a far sì che le varie organizzazioni di diritto pubblico ecclesiastico adottino misure vincolanti e seguano anche misure preventive, essendo spesso i datori di lavoro. In concreto, ciò significa che per ogni impegno nel contesto ecclesiale devono essere presentati un estratto e un estratto speciale del casellario giudiziario e che la persona assunta si dichiara pronta a rispettare le direttive. Chiunque sia già impegnato con una missio canonica sarà tenuto a fornire questi casellari giudiziari. Inoltre, ogni volta che una persona che lavora nella Chiesa entra a far parte di un’équipe, ogni membro dell’équipe sarà invitato a firmare un accordo che lo impegna a rispettare la distanza e la vicinanza.

Chiesa cattolica svizzera

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