Il cardinale Pell va in carcere per abusi: nessuna libertà su cauzione

A ventiquattr’ore dalla notizia della condanna del cardinale australiano Pell per pedofilia per atti su due coristi minorenni nel ’96 quando era arcivescovo di Melbourne, il caso del porporato ha subito due importanti evoluzioni.
Dal Vaticano la comunicazione: «Pell non è più Prefetto della Segreteria per l’Economia»
Nella serata di ieri il portavoce ad interim della Santa Sede, Alessandro Gisotti, ha fatto sapere tramite un tweet che il cardinale non è più il prefetto della Segreteria per l’Economia, il «Ministero del tesoro» del Vaticano, istituito dal Papa nel 2014 per regolarizzare conti e finanze dello stato più piccolo del mondo. Pell era in congedo dall’incarico dal giugno 2017, dopo aver accordato con il Pontefice di recarsi in Australia per difendersi al processo che lo vedeva imputato.
Oggi al Porporato è stata revocata al libertà su cauzione
Al cardinale è stata revocata oggi la libertà su cauzione per decisione della County Court di Melbourne, a conclusione di una «plea hearing», una udienza pre-sentenza di patteggiamento dove i legali delle due parti hanno presentato le argomentazioni conclusive.
Già da stanotte Pell sarà quindi detenuto nella Assessment Prison di Melbourne, in attesa della sentenza prevista per il 13 marzo. Nell’udienza di oggi è stato confermato che i cinque reati di cui il cardinale è stato riconosciuto «guilty», «colpevole», dalla giuria – due violenze sessuali sui due ex coristi di 12 e 13 anni (uno dei quali morto anni fa per overdose), gli altri atti osceni con o davanti a bambini – comportano un condanna massima di dieci anni ciascuno secondo il sistema giudiziario australiano. Il cardinale rischia quindi cinquant’anni di detenzione.
Svolta nel processo
Una svolta imprevista nel processo. L’11 dicembre, quando il tribunale australiano aveva emesso la condanna, imponendo tuttavia un «suppression order» – ovvero il veto di qualsiasi informazione mediatica per non influenzare il secondo processo sul cardinale poi ritirato – a Pell era stata accordata la libertà su cauzione, dal momento che richiedeva un intervento chirurgico al ginocchio destro. Il cardinale aveva continuato a risiedere nella sua abitazione, dove ormai da mesi era costretto ad una sorta di ritiro forzato a causa del clima di forte agitazione intorno alla sua vicenda.
Il Padre di una vittima chiede risarcimento
Nel frattempo il padre di uno dei due coristi aggrediti sessualmente dal cardinale (la prima volta, secondo la testimonianza della vittima, dopo una messa nella cattedrale di St. Patrick ma poi ci sarebbero stati altri episodi) sta intentando causa di risarcimento sia contro il prelato sia contro la Chiesa cattolica, dopo la morte del figlio per overdose di eroina nel 2014 a 31 anni.
Il cardinale Pell continua a proclamarsi innocente.

Chiesa cattolica svizzera

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