L'appello dei giovani per il clima: «Non esiste un pianeta B»

Con più di 22 mila ragazzi scesi in strada in oltre 15 città, le proteste degli alunni nord-europei per un cambiamento radicale nelle politiche sul clima hanno raggiunto anche le scuole svizzere. All’inizio è stata una sola 15enne svedese, Greta Thunberg, che pochi giorni fa ha fatto pervenire il suo appello persino al Forum di Davos. A partire dalla sua iniziativa, il nostro sguardo intende rivolgersi alla preoccupazione e alla paura che così tanti giovani esprimono per il proprio futuro, richiedendo ai governi una solidarietà vera con il mondo di domani, il loro mondo. Si sta realizzando la profezia dell’enciclica Laudato si’ (LS) secondo la quale «i giovani hanno una nuova sensibilità ecologica» (n° 209)? Papa Francesco non nasconde affatto il suo scetticismo se i politici e potenti del mondo riusciranno ad anteporre il salvataggio del pianeta agli interessi economici e finanziari (LS n° 56). E infatti, accanto ai giovani è stato proprio il Vaticano a criticare l’ultimo negoziato sul clima, il Cop24 a Katowice agli inizi del dicembre scorso.

Il messaggio tenace dei giovani per cui bisogna agire prima che sia troppo tardi, trova il sostegno di Papa Francesco nel suo insistere che una politica giusta oggi debba considerare le future generazioni: in altre parole, una politica non è responsabile se non considera le condizioni ambientali e vitali del domani (LS n° 159). La consapevolezza di vivere con tutti gli esseri umani (e animali) nella «casa comune» della terra diventa così la vera caratteristica di una politica responsabile (LS n° 95). Ma da chi, se non dai giovani – così viene da chiedersi – deve partire il necessario cambiamento di mentalità (LS n° 197)? Sono loro, infatti, che si interrogano sul senso del progresso «a ogni prezzo» e cercano vie alternative (LS n° 195). E che con le loro manifestazioni esprimono una posizione politica e critica che attraverso i media fa riflettere e discutere proprio in quegli «ambiti educativi» (famiglia, società, catechesi) dove secondo Francesco sboccia il necessario ripensamento (LS n° 213).

Durante la recente Giornata mondiale della gioventù a Panama, che ha scelto come tema principale il clima, il Papa ha ribadito come egli creda molto nella forza dei giovani a cambiare il mondo. Ma è altrettanto vero che le attuali proteste sono destinate a esaurirsi, e che comunque avrebbero bisogno di maggiore organizzazione e di un assetto istituzionale. Ma soprattutto: i fini ambiziosi per salvare il Pianeta possono essere raggiunti soltanto se la solidarietà con l’ambiente diventa un fattore integrale della politica, cioè viene a determinare ogni azione politica, e ciò non solo a livello nazionale ma globale. In altre parole, bisogna «cambiare il modello di sviluppo globale» (LS n° 194). Se certamente questa complessità sul piano politico supera l’effettiva consapevolezza dei giovani manifestanti, è proprio la Laudato si’ che potrebbe fungere come anello mancante e aiutare a «tradurre» le pretese dei giovani in proposte politiche. Conviene allora rileggere l’enciclica e liberarla dal dimenticatoio.

Ma c’è un ulteriore motivo per farlo: qualcuno teme che non si tratti di altro che una clamorosa strumentalizzazione di giovani con le loro paure da parte di lobby politiche e ambientaliste. Per la Laudato si’ l’impegno per l’ambiente non può essere strumentalizzato quando è espressione di una «spiritualità ecologica» (LS n° 202), che trova nella cura del creato il modo per giungere a una vita più piena, libera e felice. In questo senso sarebbe auspicabile che i giovani comprendano l’ambiente non solo come problema politico, ma anche come dono di Dio.

Markus Krienke, professore alla Facoltà di teologia di Lugano

Chiesa cattolica svizzera

https://www.catt.ch/newsi/lappello-dei-giovani-non-esiste-un-piano-b/