Cosa resta di Aleppo, la città nota al mondo come il «gioiello della Siria» per la sua bellezza incantevole, la «Milano del Medio Oriente» per la sua produttività, dopo quasi 8 anni di guerra? La distruzione sistematica le ha tarpato le ali, l’orrore del conflitto le ha strappato centinaia di migliaia di abitanti ma, soprattutto, il tessuto umano di convivenza e coabitazione di culture e religioni, messo a dura prova, rischia di non riuscire più a ricucirsi. La buona notizia è che dal Natale di due anni fa, i bombardamenti sono in gran parte cessati e la normalità, assieme a un numero crescente di aleppini, sembra stia lentamente tornando. Quasi a celebrare simbolicamente questo felice anniversario, raggiungiamo al telefono Padre Firas Lutfi, francescano della Custodia di Terra Santa e direttore spirituale dell’ufficio catechistico di Aleppo.
«Un Natale sereno, possiamo dire che celebriamo i due anni dalla liberazione dei jihadisti, e la riunificazione di una città che era divisa. Non abbiamo ancora raggiunto l’obiettivo della pace al 100%, a una sessantina di chilometri c’è ancora il fronte aperto di Idlib e anche le zone a est e a ovest dell’Eufrate destano molte preoccupazioni, ma almeno vige nella città serenità e uno sguardo chiaro verso il futuro».
Continua a leggere l’intervista.
Chiesa cattolica svizzera
https://www.catt.ch/newsi/siria-il-natale-dei-francescani-con-i-bambini-abbandonati-di-aleppo/