Natale nel caos in Congo, i comboniani: «La Chiesa non si scoraggia»

Il Congo si avvicina alla delicatissima data delle elezioni nel caos più totale. Nella notte tra il 12 e il 13 dicembre scorsi, un incendio, quasi certamente doloso, ha raso al suolo uno dei magazzini a Kinshasa in cui venivano conservati oltre 7mila macchinari elettorali pronti per essere distribuiti per l’imminente voto. Le apparecchiature, per tutto il periodo pre-elettorale, sono state fonte di feroci dissidi tra il governo che le ha proposte per «garantire la trasparenza e la rapidità dei risultati» e le opposizioni che invece le considerano uno strumento atto a favorirne la manipolazione. Il rischio frodi, in questo Paese il cui presidente Joseph Kabila – in carica dal 2001 dopo l’assassinio del padre – non perde occasione per mostrare la sua assoluta riluttanza a lasciare il potere, è altissimo. Il noto ginecologo Denis Mukwege, vincitore del premio Nobel per la Pace 2018, ha lanciato a questo proposito un disperato appello alla trasparenza e alla democrazia denunciando che in Congo «c’è pochissima preparazione al processo elettorale e moltissima a all’arte militare. Sono molto preoccupato che queste elezioni non siano libere, credibili e pacifiche».

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