Fiorella Tassini, missionaria CMSI: «Più la situazione è dura e più le persone sono belle»

Aveva 20 anni quando ha deciso di lasciare tutto per seguire il Signore nel movimento dei Focolari: Fiorella Tassini, ticinese di Melano, dopo molti anni nelle Comunità dei Focolari a Lugano e a Zurigo, dal 2015 vive a Roma, dove si occupa per conto del Movimento di progetti educativi internazionali legati agli adolescenti. È da poco stata riconosciuta dalla Conferenza Missionaria della Svizzera italiana per il suo instancabile lavoro che la porta a girare il mondo, proprio per incontrare ragazzi, ragazze e i loro animatori.

La raggiungiamo in Kenya, dove si trova da alcuni giorni per occuparsi dei progetti promossi dal Movimento dei Focolari in loco: «Agiamo su più fronti, ci spiega: anzitutto, facciamo in modo di formare tra i kenyoti – come ovunque dei formatori che sappiano accompagnare gli adolescenti. Non si trovano facilmente adulti pronti a lavorare coi ragazzi, spesso non si sa come prenderli. Noi cerchiamo di lavorare molto sulla fiducia: i ragazzi non richiedono altro dall’adulto che di essere ascoltati profondamente, incoraggiati, sostenuti. Alla fine le grandi ricchezze che si portano dentro, i loro sogni, i loro ideali aiutano anche noi. Con i ragazzi portiamo avanti, tra l’altro, il programma formativo»Up2Me» (»Dipende da me»): un progetto di educazione integrale all’affettività e alla sessualità.»

«Ma sono in Kenya anche per un altro motivo: nel 2020 sarà la sede di un incontro internazionale che svolgiamo ogni 3 anni, il cosiddetto «Cantiere Uomo Mondo». Per 15 giorni vedremo ragazzi, provenienti da molte nazioni, convivere, interagire crescere e donarsi insieme ai più poveri. Il Cantiere è una forte esperienza che aiuta ad abbattere le frontiere e a creare amicizie tra ragazzi di popoli, razze e religioni diverse, aiuta a crescere con una mentalità aperta a scoprire le ricchezze di ogni cultura e di ogni fratello e sorella. Perché proprio in Kenya? Perché l’Africa con la sua forte cultura comunitaria ha moltissimo da insegnarci».

Ma finora dove è stata Fiorella per seguire questi progetti? «Da quando ho iniziato, nel 2015, sono stata in varie nazioni del Sud America, nell’Est Europa, in Thailandia, nelle Filippine e in Vietnam, qui vorrei ricordare in particolare il Venezuela. Èun Paese con grandi ricchezze e possibilità che in meno di vent’anni è stato letteralmente ridotto alla fame e agli stenti. Gli insegnanti, gli animatori e i ragazzi che ho incontrato mi hanno preso il cuore ed edificato: li ho ammirati per la loro profonda vita evangelica, nel contempo ho sofferto con loro per questa terribile e ingiusta strage che nessuno riesce a fermare. Abbiamo creato un ponte con l’Europa, invitando docenti e ragazzi a mettersi in contatto e sostenere le realtà che stiamo portando avanti lì. Penso per esempio ad alcune scuole cattoliche e ad un doposcuola, in un Paese che vede un grosso esodo dei docenti all’estero, che oltre a supplire alle forti carenze educative, assicura un piatto caldo ai ragazzi».

Ma i giovani che incontra Fiorella hanno ovunque gli stessi desideri nel cuore? «Devo dire che gli adolescenti di tutto il mondo si assomigliano. Hanno una sete di grande ideali, vogliono essere riconosciuti, chiedono amore e accoglienza, sono portatori di una grande purezza interiore. In Venezuela mi hanno profondamente commosso più volte.

Più la situazione è dura e più le persone sono belle.

Mi ricordo di una ragazzina liceale che aveva totalmente fatto suo il comandamento di Gesù di amare il prossimo: ci raccontava come, per amare gli altri come se stessa, alla fine della lezione lasciava libero il suo banco. Sembra non ci sia niente di strano, in realtà i banchi scolastici sono diventati talmente rari che il primo che se ne accaparra uno, guarda bene di tenerselo stretto tutto il giorno trasportandoselo in giro di classe in classe. Chi non ce l’ha deve prendere appunti, ascoltare, rispondere all’esame …seduto per terra. Questa ragazza anche se arriva presto e trova banco e sedia, dopo un’ora di lezione, per amore, lo lascia libero per i compagni. Ricordo molto bene un’ altra ragazza che aveva notato una compagna che non aveva con sé la merenda. Parlandone con la maestra, avevano scoperto che questa allieva non mangiava per povertà da ben tre lunghi giorni! La maestra aveva chiesto alla classe chi poteva impegnarsi a portare tutti i giorni la merenda per quella ragazza. La povertà e la fame è comune e nessuno alzava la mano, allora lei si è sentita spinta a proporsi. Torna a casa col batticuore: cosa diranno i genitori? Anche a casa sua bisogna tirar la cinghia! La famiglia, pur essendo anch’essa molto povera, ricordandosi delle promesse di Gesù «date e vi sarà dato…» sostiene la generosità della figlia. Ce lo raccontava con la gioia negli occhi: sono forme di solidarietà concrete ma altissime«.

Da ultimo chiediamo a Fiorella un augurio di Natale speciale: «In Kenya, in Venezuela ho trovato Terre ricche, ricche di Dio, noi in Occidente siamo spesso poveri di fede, poveri di solidarietà, poveri dell’essenziale. Auguro dunque che l’amore di Gesù rapisca i nostri cuori e che tutti insieme possiamo riscoprire la gioia che nasce dal vivere il Vangelo con radicalità».

Intanto, in queste ore, ci giungono notizie di un importante appello dei Focolari, affinché in Yemen si smetta di vendere armi. Nella sede del Parlamento Europeo di Roma, un convegno voluto dal Movimento insieme a Fondazione La Pira e Città Nuova, che denuncia: «basta con la doppia morale che da una parte aiuta, dall’altra continua a vendere armi»

Chiesa cattolica svizzera

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