Il Papa all'Angelus: «Basta naufragi di migranti, la comunità internazionale agisca»

Celerità per evitare le tragedie del mare

Esprime «dolore» ancora una volta, Papa Francesco, per le tragedie dei naufragi di barconi carichi di migranti, oramai una drammatica costante nel mar Mediterraneo. Il Pontefice assicura il suo «ricordo» e la sua «preghiera» agli scomparsi e alle loro famiglie e chiama in causa la comunità internazionale perché «agisca con decisione e prontezza onde evitare che simili tragedie abbiano a ripetersi» e si possano «garantire sicurezza, rispetto dei diritti e della dignità di tutti». Tutto questo durante l’Angelus di ieri, a cui hanno assistito più di 25mila fedeli.

I «verbi del Pastore»

Le parole di Bergoglio si legano idealmente all’invito che lui stesso ha rivolto durante la sua catechesi ad ogni cristiano ad assolvere alla missione di farsi carico «dei problemi, delle sofferenze e delle difficoltà del nostro prossimo».

Una missione che il Pontefice, riflettendo sul Vangelo sintetizza in tre azioni, chiamate i «verbi del Pastore»: «Vedere, avere compassione, insegnare». Vedere, cioè, con lo sguardo di Gesù che non è «neutro o, peggio, freddo distaccato» ma uno sguardo del cuore. Avere compassione, non nel senso di una «reazione emotiva di fronte ad una situazione di disagio della gente» ma un atteggiamento di condivisione e servizio. Infine insegnare, che vuol dire trasmettere «una parola», quella di cui abbiamo bisogno più di un «miracolo» perché essa «guidi e illumini il cammino» della vita. Queste azioni fotografano «gli occhi del divino Maestro e il suo insegnamento» e devono diventare anche nostre, perché è proprio ciò che ci racconta il Vangelo:  Gesù, vedendo una grande folla, «ebbe compassione di loro perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose».

Agenzie/red

Chiesa cattolica svizzera

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