Un nuovo appello per sensibilizzare la comunità internazionale all’aiuto dei poveri in Sud Sudan, Somalia, Etiopia e Kenya è stato lanciato nei giorni scorsi da Caritas Svizzera. Negli ultimi mesi, eventi meteorologici estremi, siccità, inondazioni e guerre civili hanno aggravato ulteriormente la situazione nell’Africa orientale. Milioni di persone soffrono la fame e non dispongono di acqua potabile.
L’ente caritativo cattolico ricorda che in molte regioni dell’Africa orientale la gente soffre le conseguenze di una siccità che dura da più di tre anni. Come se non bastasse, a causa di fenomeni climatici avversi, tra maggio e giugno di quest’anno, piogge torrenziali si sono abbattute in queste regioni aggravando ulteriormente la situazione e costringendo le popolazioni a fuggire, abbandonando i propri villaggi.
Secondo la Caritas elvetica, centinaia di migliaia di persone hanno perso i loro mezzi di sostentamento; gran parte del bestiame è morto, i granai sono completamente vuoti e sono esauriti i semi per le coltivazioni. In Somalia, dove 250.000 persone sono morte durante la carestia del 2012, i soccorsi umanitari sono stati resi estremamente difficili a causa della presenza delle milizie degli al-Shabaab. In Sud Sudan la gente, oltre a soffrire per la siccità, è alle prese con una guerra civile che dura da cinque anni e, in questo clima particolarmente rovente, Caritas Svizzera ha provveduto alla realizzazione di pozzi per facilitare l’accesso all’acqua potabile. L’organizzazione inoltre distribuisce semi e attrezzi agricoli in Etiopia e in Kenya, nazioni in cui i volontari forniscono foraggi e cure veterinarie. «Oggi — si legge in un comunicato che fa il punto della situazione — è necessario un aiuto immediato». Nonostante i numerosi progetti e gli aiuti offerti da Caritas Svizzera, la situazione è drammatica e solo il coinvolgimento della comunità internazionale può mettere fine alla sofferenza di tante persone.
L’Osservatore Romano, 19-20 luglio 2018
Chiesa cattolica svizzera