Il vescovo sul GdP: «La chiusura non è stata un fulmine a ciel sereno»

Ieri la Pretura ha decretato il fallimento del quotidiano cattolico ticinese Giornale del Popolo.

Oggi il vescovo di Lugano, amministratore unico ed editore della testata, interviene dalle colonne del Corriere del Ticino per far presente che il giornale non ha chiuso di punto in bianco lo scorso 17 maggio. Non sarebbe quindi stato  un fulmine a ciel sereno l’annuncio, ma la comunicazione puntuale di quel giorno -secondo il presule- è stata il risultato di una situazione delicata in corso da tempo.

Secondo mons. Lazzeri, dunque, la direzione della testata era informata della situazione «in ogni fase. Costantemente. Detto, ridetto e scritto. Una situazione sempre minimizzata da parte della direzione», come si legge nell’intervista al Corriere del Ticino.  Il vescovo di Lugano informa pure sul numero degli abbonati al momento della chiusura, che sarebbero stati 7 mila, con una diminuzione annuale progressiva e con un’insostenibile piano finanziario. Il vescovo ha inoltre dichiarato di essere concentrato sullo studio di un intervento di solidarietà per tutte le persone che hanno perso il lavoro.

Leggi il comunicato stampa.

La Pretura decreta il fallimento del Giornale del Popolo

Chiesa cattolica svizzera

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