Eurovision a Gerusalemme?

«L’anno prossimo a Gerusalemme». Con un esplicito riferimento alla preghiera con cui ogni anno termina la festa della Pasqua ebraica, il premier israeliano Netanyahu ha espresso la chiara preferenza del governo sulla città che ospiterà l’Eurovision Song Contest nel 2019 in seguito alla vittoria di «Toy» di Netta Barzilai.

La dichiarazione del politico arriva attraverso i canali social Facebook, Instagram e Twitter, da lui molto utilizzati.

Gerusalemme, capitale «contesa», oggi più che mai al centro delle polemiche politiche, ha già ospitato l’evento musicale europeo due volte, nel 1979 e nel 1999, sempre al Binyenei HaUma, il centro congressi internazionale della città.

In una conferenza tenuta questa mattina, Netanyahu ha affermato:

«L’Eurovision Song Contest arriva a Gerusalemme. L’Ambasciata degli Stati Uniti apre domani a Gersualemme, e questa settimana anche l’Ambasciata del Guatemala e del Paraguay. Auguri Gerusalemme, non c’è niente come te al mondo».

Arrivano inoltre le prime dichiarazioni riguardanti le possibili sedi ospitanti.

In un’intervista con radio Galaz, guidata dalle forze di difesa israeliane, il sindaco di Gerusalemme Nir Barkat ha proposto la Pais Arena Jerusalem, centro polisportivo e casa del club di basket Hapoel Jerusalem.

Yoah Ginay, autore di «Diva», il brano con il quale Dana International  vinse l’Eurovision nel 1998, ha invece rivelato in diretta televisiva che il comune di Gerusalemme avrebbe vagliato l’idea di sfruttare il Teddy Stadium, con 30mila posti di capienza, stadio ospitante le gare interne di diversi team calcistici israeliani.

 Cristian Scarpone/Eurovisionnews

Chiesa cattolica svizzera

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