Il canto di «don Chicho» in Ecuador/catt.ch/gdp

Si può essere cicala e formica allo stesso tempo? Pare di sì, o almeno, lo è padre Pierluigi Carletti, missionario ticinese di Cavigliano, da 51 anni in Ecuador. In queste settimane, ancora fino al 13 maggio, è tornato in Ticino a trovare i suoi cari e gli amici che lo sostengono finanziariamente nella sua instancabile opera.

Padre Carletti ci racconta della sua abitudine di cantare all’alba, per svegliare allegramente la gente, soprattutto i bambini che devono essere a scuola alle 7. «Dalle 6 alle 7 del mattino mi metto con il microfono a cantare dal campanile della mia chiesa. La mia voce si sente nel raggio di un chilometro». Arriva dunque fino al mare, che così poco dista dall’abitazione di padre Pierluigi. Nessuno si lamenta per quella singolare sveglia, una volta accompagnata dal suono della fisarmonica, ora abbandonata a causa del mal di schiena: «Qualcuno si è lamentato quando mi sono svegliato tardi e non ho cantato», ci dice divertito. «Immagino che ci sia chi non ama ascoltarmi – continua – probabilmente coprirà la mia voce con la radio».

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Chiesa cattolica svizzera

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