Telefonata tra il Papa e Kirill: «Fermare lo spargimento di sangue in Siria»

Papa Francesco e il patriarca ortodosso di Mosca Kirill si sono parlati al telefono per dialogare sulla Siria. È stato lo patriarca a rivelarlo ai giornalisti nella sua residenza a Peredelkino, come riferisce l’agenzia Tass. Kirill ha affermato che la Chiesa ortodossa russa intende continuare il dialogo con la Santa Sede per «fermare lo spargimento di sangue in Siria». «Abbiamo intrapreso questa iniziativa – ha detto Kirill – consci che i cristiani non possono rimanere indifferenti di fronte a ciò che avviene in Siria. Il nostro è stato un chiaro dialogo di pace».

 

Come si ricorderà, pochi mesi dopo l’elezione, nel 2013, Francesco istituì una giornata di digiuno e preghiera per scongiurare l’attacco occidentale in Siria, e scrisse una lettera al presidente russo Vladimir Putin. La Siria, insieme ad altre situazioni del Medio Oriente, è stata più volte citata nella lunga dichiarazione comune che il Pontefice argentino e il patriarca russo hanno firmato congiuntamente all’Avana, durante il loro primo e storico incontro avvenuto nel febbraio 2016.

 

Al decimo paragrafo di quella dichiarazione di legge: «In Siria e in Iraq la violenza ha già causato migliaia di vittime, lasciando milioni di persone senza tetto né risorse. Esortiamo la comunità internazionale ad unirsi per porre fine alla violenza e al terrorismo e, nello stesso tempo, a contribuire attraverso il dialogo ad un rapido ristabilimento della pace civile. È essenziale assicurare un aiuto umanitario su larga scala alle popolazioni martoriate e ai tanti rifugiati nei paesi confinanti».

 

Dopo aver chiesto la liberazione delle tante persone rapite, tra le quali i metropoliti di Aleppo, Paolo e Giovanni Ibrahim, sequestrati nel mese di aprile del 2013, il Papa e il patriarca russo hanno scritto: «Eleviamo le nostre preghiere a Cristo, il Salvatore del mondo, per il ristabilimento della pace in Medio Oriente che è «il frutto della giustizia» (cfr Is 32, 17), affinché si rafforzi la convivenza fraterna tra le varie popolazioni, le Chiese e le religioni che vi sono presenti, per il ritorno dei rifugiati nelle loro case, la guarigione dei feriti e il riposo dell’anima degli innocenti uccisi.

Ci rivolgiamo, con un fervido appello, a tutte le parti che possono essere coinvolte nei conflitti perché mostrino buona volontà e siedano al tavolo dei negoziati».

 

In una recente intervista con Vatican Insider, l’ambasciatore russo presso la Santa Sede Alexander Avdeev aveva parlato dei buoni rapporti tra cattolici e ortodossi russi: «Le due Chiese si sono incontrate alla conferenza a Vienna per celebrare i due anni dall’incontro dell’Avana tra il Papa e il Patriarca Kirill. Ci sono molti progetti per il futuro. C’è il dialogo teologico, un dialogo di cooperazione culturale, e ci sono iniziative per aiutare i migranti e i poveri. E c’è anche l’importante questione degli aiuti alla Siria».

 

E aveva raccontato del progetto comune che vede collaborare Santa Sede e patriarcato di Mosca: «Hanno stabilito un progetto importante per la ricostruzione degli edifici di culto cattolici e ortodossi distrutti dai terroristi. Insieme al patriarca di Antiochia hanno stabilito una lista di 37 chiese che devono essere ricostruite insieme grazie al finanziamento delle Fondazioni cattoliche e ortodosse. È la prima volta nella storia tra le nostre due Chiese che viene fatta un’iniziativa simile. Si sta anche studiando un progetto per migliorare il funzionamento di alcuni ospedali in Siria, che saranno aiutati con la formazione del personale medico, con medicine e aiuto economico».

Andrea Tornielli – VaticanInsider

Chiesa cattolica svizzera

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