Con la sua morte e Risurrezione Cristo ha «sconfitto il peccato», fonte di «separazione», cominciando a «tessere la rete di una nuova fraternità» senza la quale non si può realizzare una «autentica comunità ecclesiale o civile». Da qui nasce la nostra «responsabilità» di cristiani.
Alla preghiera del Regina Coeli il Papa, prendendo la parola dal Palazzo Apostolico, commenta il Vangelo del «lunedì dopo Pasqua», chiamato " lunedì dell’Angelo» perché il primo annuncio della Risurrezione viene dato, alle donne corse al sepolcro, proprio da un «messaggero di Dio». Vi è un «significato in questa presenza angelica», rimarca Francesco, come al momento dell’ «Incarnazione del Verbo»:
Ci voleva un essere superiore per comunicare una realtà così sconvolgente, talmente incredibile, che forse nessun uomo avrebbe osato pronunciarla. Dopo questo primo annuncio, la comunità dei discepoli comincia a ripetere: «Davvero il Signore è risorto. Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone» (Lc 24,34).
Il Papa ripete e fa ripetere più volte ai fedeli questo annuncio così «bello " e «sconvolgente», pronunciato da «un’intelligenza superiore» e, con forza, sottolinea che da esso nasce come un frutto, la «fraternità», la vittoria sul «peccato» fonte di «separazione». Per questo oggi, dopo Pasqua, afferma, è un «giorno di festa» e di «famiglia» in cui si sente il bisogno di «stare con i propri cari»:
Gesù ha abbattuto il muro di divisione tra gli uomini e ha ristabilito la pace, cominciando a tessere la rete di una nuova fraternità. È tanto importante in questo nostro tempo riscoprire la fraternità, così come era vissuta nelle prime comunità cristiane. Riscoprire come dare spazio a Gesù che mai separa, sempre unisce. Non ci può essere una vera comunione e un impegno per il bene comune e la giustizia sociale senza la fraternità e la condivisione.
Senza la «grazia della fraternità» dunque non c’è comunità ma solo «insieme di individui» raggruppati dagli stessi interessi». Ma la Pasqua di Cristo, fa notare ancora il Papa, ha " fatto esplodere nel mondo " anche un’ altra novità»: la novità del «dialogo» e della «relazione» che per i «cristiani è diventata una responsabilità»:
Ecco perché non possiamo rinchiuderci nel nostro privato, nel nostro gruppo, ma siamo chiamati a occuparci del bene comune, a prenderci cura dei fratelli, specialmente quelli più deboli ed emarginati. Solo la fraternità può garantire una pace duratura, può sconfiggere le povertà, può spegnere le tensioni e le guerre, può estirpare la corruzione e la criminalità. L’angelo che ci dice: «É risorto», ci aiuti a vivere la fraternità e la novità del dialogo e della relazione e la preoccupazione per il bene comune.
Al termine della sua riflessione Francesco affida alla Vergine Maria in questo lunedì dell’Angelo del tempo Pasquale, la sua ultima invocazione:
Ci sostenga con la sua preghiera, affinché la fraternità e la comunione che sperimentiamo in questi giorni di Pasqua, possano diventare nostro stile di vita e anima delle nostre relazioni.
Gabriella Ceraso – VaticanNews
Chiesa cattolica svizzera