Nicolao della Flüe, il Santo che unisce / GdP

Il legame tra Cantone Ticino e Nicolao della Flüe va cercato in una devozione che risale alle origini del movimento cattolico nella Svizzera italiana. La sua figura, per il laico credente, è stato esempio concreto e modello da imitare al servizio della società e delle istituzioni nella piena fedeltà alla Chiesa e alla propria vocazione. In una realtà dove i modelli di santità proposti erano generalmente sacerdoti, religiosi, suore, vescovi o pontefici, trovare un uomo sposato, padre di dieci figli, che ha dovuto campare del proprio lavoro e servire la patria sotto le armi, diventava occasione rara per scoprire che si poteva esser santi vivendo in un modo meno clericale e più vicino alla semplicità della gente comune. La biografia di Nicolao permetteva di vedere in lui l’uomo, il soldato, il contadino, il magistrato, il marito, il padre, il fedele laico, e quindi di immedesimarsi nel suo comportamento per cercare la via dell’impegno, della responsabilità, della pace, della mediazione, dell’amore fedele, della dedizione paterna, della spiritualità piena e laicale. Questo ha portato il laicato cattolico anche nella Svizzera italiana a conoscerlo e a imitarne l’esempio, fino a proclamarlo patrono di diverse organizzazioni. A cominciare dall’Azione cattolica, che in Ticino venne fondata nel 1861 come sezione ticinese della Società svizzera di Pio IX (nata quattro anni prima  a Beckenried, località situata «nel Cantone del B. Nicolò da Flüe, che fu paciere della nostra cara Svizzera» come sottolineò allora il fondatore Theodor Scherer-Boccard).

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Il legame con Nicolao si mantiene vivo e intatto col passare degli anni. Nel maggio 1947 si svolse un grande pellegrinaggio a Roma per la canonizzazione del beato patrono dell’Azione cattolica. Furono 400 i ticinesi che si recarono in San Pietro guidati dal vescovo Angelo Jelmini. Pellegrinaggio che si ripeté al Ranft il 21 e 22 giugno dello stesso anno, con tremila ticinesi che con quattro treni speciali si aggregarono agli altri dodicimila cattolici svizzeri riunitisi alla tomba del nuovo santo.

Il culto verso il beato Nicolao si diffuse in Ticino anche grazie alla fondazione dell’Unione Winkelried, società istituita a Rivera nel 1876. Questa associazione, ottenuta una preziosa reliquia conservata in una teca d’argento, la depositò in un’apposita cappella nell’oratorio dei Santi Rocco e Sebastiano a Sorencino, frazione di Rivera. Si tratta della prima cappella con altare eretta in Ticino in onore di Nicolao della Flüe: benedetta nel 1895, venne decorata con un affresco rappresentante l’eremita del Ranft mentre spegne l’incendio di Sarnen. Inizia così il culto liturgico del santo Nicolao nella Svizzera italiana.

(Luigi Maffezzoli / GdP)

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