La testimonianza di Nello Scavo, inviato di Avvenire, sul dramma umanitario che si continua a consumare tra quanti premono al confine greco-turco. Oggi il presidente Erdogan a colloquio con le istituzioni dell'Unione europea.
Giulia Cicoli, giovane cooperante italiana della ONLUS «Still I Rise», fondata da Nicolò Govoni, giornalista e cooperante italiano protagonista in autunno di due puntate di Strada Regina (RSI LA1), sulla sorte dei profughi in fuga dalla Turchia.
«La Ue, invece di sostenere la politica di respingimento attuata dalla Grecia, dovrebbe ricordarsi dei propri obblighi di difesa dei diritti umani fondamentali, garantendo la sicurezza e la protezione di chi ha perso tutto».
«Nelle ultime settimane, l’escalation delle violenze nella provincia di Idlib ha provocato lo sfollamento di 575.000 bambini. Delle diverse migliaia di persone ora concentrate vicino Edirne e lungo il confine turco-greco, il 40% sono famiglie con bambini. Gli Stati devono fare tutto il possibile per prevenire ulteriori sofferenze ai più innocenti».
Scontri al confine tra Grecia e Turchia dove decine di migliaia di rifugiati e immigrati cercano di entrare in Europa, respinti dalla Polizia e dall’Esercito greco.
«Mentre le violenze sono continuate nella città di Ras Al-Ain, la centrale idrica di Alouk nella città è fuori servizio da più di una settimana. La centrale, situata vicino ai combattimenti, fornisce acqua a quasi 400.000 persone, tra cui molti bambini». Lo dichiara Fran Equiza, rappresentante Unicef in Siria, in una nota sulle conseguenze del conflitto nel nord-est del Paese.
120 ore, cinque giorni: è questo il tempo della tregua, o della «pausa», nell’offensiva turca contro i miliziani curdi nel Nord della Siria, frutto dell’accordo raggiunto nella serata di ieri, 17 ottobre, ad Ankara tra il vicepresidente Usa, Mike Pence, il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, e il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan.
Oltre ai civili siriani del nord-est, nella zona sotto attacco in queste ore ci sono migliaia di donne e bambini che vivono nei campi per sfollati. Tre di questi campi ospitano famiglie siriane e irachene, e più di 9.000 bambini stranieri di 40 nazionalità diverse con presunti legami con l’Isis, che dipendono esclusivamente dagli aiuti umanitari per sopravvivere. Al momento i 3 campi riescono a far fronte alla situazione, ma ogni danno al sistema degli aiuti può mette a rischio la vita delle 90.000 che sono ospitate.
E' forse la prima volta di sanzioni Usa verso un Paese alleato Nato. Le sanzioni colpiscono normalmente personalità dei ministeri della giustizia e degli interni.
Oggi l’udienza fortemente voluta dal presidente turco, attorno alla quale è stato costruito il suo viaggio in Italia.
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