Torna l’iniziativa promossa dal Forum Internazionale di Azione Cattolica (FIAC). Alle ore 13, la preghiera in contemporanea in tutto il mondo.
La tradizionale raccolta, quest’anno rinviata a causa del Covid, è fonte per il sostentamento e la missione dei circa 300 francescani a cui è affidata la Custodia della Terra Santa.
Oltre due milioni le persone raggiunte dai post su Facebook, su Instagram quasi trecentomila, mentre i contenuti pubblicati su Twitter sono stati visti quasi duecentomila volte: sono i numeri registrati nell’ultimo mese dai social, e dal sito ufficiale, della Custodia di Terra Santa.
Il divieto di tenere celebrazioni e raduni religiosi moltitudinari nelle ultime settimane dal governo israeliano per frenare la diffusione del contagio dell’epidemia sta condizionando anche i riti della Settimana Santa delle Chiese orientali che seguono il Calendario Giuliano, e che celebrano la Pasqua della Resurrezione domenica 19 aprile.
Sarà anche a Gerusalemme la Pasqua del Sepolcro vuoto e della basilica vuota, «ma sono vuoti diversi che vanno messi in relazione – spiega il frate – la tomba vuota è il segno della Resurrezione, della vittoria sulla morte. La Basilica vuota è in qualche modo il riflesso del vuoto o del senso di vuoto che l’umanità sta vivendo».
La Diocesi di Lugano, in seguito a una nota della Segreteria generale della Conferenza dei Vescovi Svizzeri contenente le disposizioni relative alle possibilità di raccolta delle prossime collette quaresimali, comunica le seguenti disposizioni.
L’arcivescovo Pierbattista Pizzaballa, amministratore del Patriarcato Latino di Gerusalemme, ha dato le disposizioni per le celebrazioni durante le festività pasquali in tempo di Coronavirus.
L'emergenza coronavirus ha toccato anche i luoghi di culto cari alla cristianità. Per 14 giorni, al fine di ridurre il contagio, tutta la Palestina sarà blindata, secondo le disposizioni del Patriarcato Latino di Gerusalemme.
Fratel Alois, priore della comunità, ha annunciato il pellegrinaggio ecumenico in programma nel febbraio del 2021.
In una situazione di totale immobilismo sul piano diplomatico, c'era grande attesa in Medioriente riguardo al nuovo piano di pace su cui si sapeva che l'America lavorava da tempo. Lo dice padre Ibrahim Faltas esprimendo, all'indomani dell'annuncio di Trump, il rammarico per una proposta inaccettabile perché troppo schierata.
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