«Ricordiamoci di una cosa: la forza di una Chiesa non si misura con i numeri ma per il suo dinamismo, e questo è dato dalla testimonianza di vita». Sono parole di saggezza quelle che il vescovo caldeo di Teheran, mons. Ramzi Garmou, invitato per portare la sua testimonianza alla fiaccolata di Aiuto alla Chiesa che Soffre a Balerna, rivolge al popolo ticinese, dopo la sua esperienza al Sinodo dei giovani.
Grande la gratitudine espressa dal Papa che ha voluto impartire su tutti una benedizione, come lui ha detto, «dal cuore», in lingua spagnola.
San Paolo VI, ha ricordato Schönborn, «ha concepito l’istituzione del Sinodo dei vescovi come un’espressione della sinodalità della Chiesa, che può esistere in una parrocchia, in una diocesi e nella Chiesa universale».
Al termine del Sinodo, concludono i giovani, «desideriamo dirti che siamo con te e con tutti i vescovi della nostra Chiesa, anche nei momenti di difficoltà».
Il vescovo di Byumba, Servilien Nzakamwita, tra i padri del Sinodo: «Come Chiesa lavoriamo ad un processo di riconciliazione fondamentale e necessario».
La ricchezza della sinodalità, lo spirito di comunione e la drammatica vicenda degli abusi: di questo e di altro si è parlato in Sala Stampa Vaticana, durante il briefing dedicato al Sinodo dei vescovi sui giovani.
Un invito a rinnovare la professione di fede «nel luogo dove l’apostolo Pietro con la testimonianza della vita ha confessato la sua fede nel Signore Gesù, morto e risorto». Lo ha levato il Papa in Basilica Vaticana ai partecipanti al pellegrinaggio alla tomba di San Pietro, tra cui molti padri sinodali, attraverso la via francigena.
Sono stati circa 300, tra padri sinodali, uditori del Sinodo e ragazzi provenienti da alcune parrocchie della città di Roma, i partecipanti al pellegrinaggio lungo l'ultimo tratto della Via Francigena, partito questa mattina.
I padri sinodali intervenuti al quotidiano incontro con i giornalisti hanno informato che le bozze del messaggio che sarà letto domenica 28 alla conclusione della Messa finale del Sinodo sono ormai ultimate. Al briefing la bella testimonianza di un vescovo africano che racconta nel suo Paese di chiese piene di giovani e della fede viva del suo popolo, nonostante la povertà.
Il vescovo svizzero Alain De Raemy delegato a #Synod2018 risponde da Roma alle domande di un gruppo di giovani ticinesi sulla Chiesa nel mondo di oggi, la ragionevolezza della fede, la liturgia, il dialogo con il mondo laico, le omelie della Messa, la composizione dei documenti ecclesiali, i precetti e altro ancora. Dal vescovo delegato della Pastorale giovanile in Svizzera la proposta al Papa di creare un Pontificio Consiglio dei giovani.
‹›