«Un cessate il fuoco a Gaza è sempre più urgente». Torna a ripeterlo di nuovo, il cardinale Pierbattista Pizzaballa. Il Patriarca di Gerusalemme dei Latini affida ai media vaticani il suo nuovo grido di dolore.
Il patriarca latino di Gerusalemme a Roma per l’inaugurazione dell’Anno Accademico della Cattolica, di ritorno dalla Giordania: «Unico Paese stabile, è il punto di riferimento per aiuti e comunicazione con Gaza».
Ennesimo appello per la pace dalla cittadina della Natività in una funzione sobria, segnata dalla presenza cupa del conflitto.
Il patriarca dei Latini scrive alla diocesi di Gerusalemme ricordando l'importanza della giornata di preghiera per la pace voluta da Papa Francesco per il 27 ottobre. Dura condanna agli attacchi contro Israele e ai bombardamenti su Gaza.
In intervista il cardinale si dice disponibile ad uno scambio con i piccoli rapiti dai terroristi. Il 17 ottobre la preghiera del mondo per la pace
Richieste di una tregua a Gaza da parte degli Stati Uniti e anche di Hamas, che preannuncia un imminente cessate il fuoco. Ma Israele non intende fermarsi.
Le considerazioni del patriarca di Gerusalemme dei latini sulla situazione di tensione in Terra Santa.
Giovedì 20 maggio, alle ore 20, l'appuntamento online di preghiera. Sarà trasmessa un'audio-intervista al Patriarca di Gerusalemme, mons. Pizzaballa.
L’arcivescovo Pierbattista Pizzaballa, amministratore del Patriarcato Latino di Gerusalemme, ha dato le disposizioni per le celebrazioni durante le festività pasquali in tempo di Coronavirus.
«È un rituale ormai annuale, i permessi sono prima negati e poi concessi. Quest’anno però sembra che i permessi, se ci dovessero essere, saranno centellinati. La situazione di Gaza dal punto di vista sociale, politico ed umanitario è vergognosa. Tutti hanno la loro parte di responsabilità e il prezzo più alto è pagato dalla gente normale». Lo ha denunciato l’amministratore apostolico del Patriarcato latino di Gerusalemme, padre Pierbattista Pizzaballa, in un’intervista a Tv2000, commentando le difficoltà che stanno vivendo i cristiani della Striscia di Gaza nell’ottenere i permessi di Natale per recarsi in città come Gerusalemme o Betlemme e festeggiare con i parenti.
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