Gli appelli di Wojtyla, Ratzinger e Bergoglio all’abolizione di una pratica ancora diffusa nel mondo. Quel testo del Catechismo modificato dopo appena cinque anni.
Intervista di Roberta Gisotti a Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International-Italia.
Per i leader islamici l’impiccagione della madre cristiana sarebbe un deterrente per le violenze di massa. Commissione Giustizia e pace: «Le università devono insegnare il pensiero critico, le virtù della tolleranza, della coesistenza e dell’accettazione».
Piccoli passi avanti nel mondo verso l’abolizione della pena di morte. Secondo il Rapporto 2016 di Amnesty International, reso noto oggi. 1032 le esecuzioni registrate in confronto alle 1634 del 2015.
Credo di non essere stata la sola a provare un brivido di orrore leggendo l’articolo che Mario Marazziti ha scritto alcuni giorni fa su «Avvenire». Come antico militante e successivamente vicepresidente della Coalizione mondiale contro la pena di morte, il parlamentare italiano ha osservato che....
«Quello che chiediamo ai nostri politici è la coerenza e di votare sulla pena di morte secondo coscienza. Chiediamo di non usare la fede per convenienza politica»: è quanto ha dichiarato padre Melvin Castro, segretario esecutivo della commissione famiglia e vita della Conferenza episcopale filippina.
La Chiesa cattolica filippina è «in lutto» dopo che la Camera dei rappresentanti ha approvato – alla terza lettura – il ripristino della pena capitale nella nazione.
Allo stato attuale, non vi sono prove sufficienti per dimostrare che la pena di morte abbia un effetto deterrente sulla criminalità. Così l’Osservatore Permanente della Santa Sede, l’arcivescovo Ivan Jurkovič, intervenuto ieri alle Nazioni Unite di Ginevra.
Migliaia di persone sono scese in piazza ieri a Manila, capitale delle Filippine, per protestare contro il presidente Rodrigo Duterte, rispondendo all’appello dei leader religiosi, sempre più in rotta di collisione con il capo di Stato sulla questione della pena di morte, che Duterte intende ripristinare già dal prossimo mese.
Modificando una sua precedente pronuncia, l’Alta commissione religiosa del Marocco ha stabilito nei giorni scorsi che nel paese sarà possibile cambiare il proprio credo senza rischiare conseguenze penali.
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