Ha rifiutato di lasciare il Nicaragua per andare in esilio negli Stati Uniti. Per questo un tribunale nicaraguense ha condannato a 26 anni di carcere il vescovo nicaraguense di Matagalpa e amministratore apostolico della diocesi di Estelí, monsignor Rolando José Álvarez Lagos, il giorno dopo che si è rifiutato di imbarcarsi su un aereo assieme ad altre 222 persone, sacerdoti, seminaristi, oppositori politici o semplici critici del regime.
«Non posso qui non ricordare con preoccupazione il vescovo di Matagalpa, monsignor Rolando Alvarez, a cui voglio tanto bene, condannato a 26 anni di carcere e anche le persone che sono state deportate negli Stati Uniti. Prego per loro e per tutti quelli che soffrono in quella cara nazione», ha affermato il Pontefice.
L’ultima misura che limita le libertà dei fedeli ha riguardato la proibizione di celebrare le processioni per le feste di San Geronimo e San Michele Arcangelo. Attacco anche verbale del presidente Ortega alla Chiesa
La dichiarazione del Dipartimento Affari esteri arriva dopo l'arresto del vescovo di Matagalpa.
Appello del Papa al dialogo per la situazione nel Paese dell'America centrale dove la persecuzione sandinista sta soffocando la Chiesa. Nella notizia l'approfondimento di catt.ch
Il vescovo di Matagalpa che si trovava da due settimane agli arresti domiciliari è stata portato dalla polizia a Managua. È l'ultimo episodio della persecuzione del governo sandinista di Ortega contro la Chiesa cattolica. La preoccupazione per i diritti umani violati espressa dal Segretario dell'Onu Guterres. Il quadro storico.
Padre Óscar Benavídez è il terzo membro della comunità cattolica locale fermato nell'ambito di un'ondata di azioni repressive da parte del governo del presidente Ortega.
Il Paese Sudamericano sta vivendo un'altro esodo afferma il vescovo mons. Rolando José Álvarez.
Un uomo ha provocato un incendio che ha devastato un antico crocifisso. Per il cardinale Brenes è un atto terroristico. Profondamente colpita la comunità cattolica nicaraguense.
La Conferenza dei provinciali gesuiti dell’America Latina e dei Caraibi (Cpal), la Provincia centroamericana della Compagnia di Gesù e l’Associazione delle università affidate alla Compagnia di Gesù in America Latina (Ausjal), in una nota diffusa ieri uniscono le proprie voci «a quelle dei vescovi del Nicaragua e di molti altri attori social» e chiedono «con urgenza alla comunità internazionale di esprimere fermamente la propria condanna per il modo in cui il Governo nicaraguense, attraverso le sue forze di sicurezza, sta mancando di rispetto ai diritti civili sanciti dalla Costituzione nazionale».
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