Si chiude il viaggio apostolico del pontefice in Myanmar. Più di 6mila persone alla messa con i giovani. La gioia dei ragazzi appartenenti ai gruppi etnici.
Nell'ultima Messa del Papa in Myanmar si rivolge ai giovani cattolici «Solo il Signore può aiutarvi a essere genuini; perciò parlategli nella preghiera». Oggi si recherà in Bangladesh.
La storia delle altre minoranze del Myanmar vittime della violenze e costrette a vivere nei campi profughi: il caso dei Kachin.
Il governo birmano ha annunciato che a fine gennaio 2018 si terrà la terza sessione della Conferenza sulla pace con le minoranze etniche, denominata «Conferenza di Panglong».
Già colonia britannica, indipendente dal 1948 come Unione Federale Birmana, nel 1989 ha assunto il nome di Myanmar.
Bergoglio ha incontrato le autorità del Paese chiedendo il rispetto di tutte le 135 etnie minoritarie. Diversi gruppi, migliaia di persone, vivono da anni in campi profughi interni.
Nella seconda giornata in Myanmar, Francesco ha incontrato 17 rappresentanti delle religioni presenti nel Paese: buddisti, islamici, hindu, ebrei e cristiani.
Attive nel Paese dal 2008, testimoniano la presenza della Chiesa in una realtà a maggioranza buddista dove non mancano problemi sociali ed economici e conflitti etnici.
Il Pontefice è il primo a recarsi nel Paese. Un cambio nel programma: è stata anticipata la visita di cortesia con il generale Min Aung Hlaing.
Il Papa arriva a Yangon, prima tappa del viaggio che lo porterà anche in Bangladesh. La trasferta difficile inizia nel Paese dove i musulmani Rohingya sono stati costretti a lasciare le loro terre. Bergoglio vuole incoraggiare le religioni a costruire la pace nel rispetto dei diritti e delle identità di ciascuno.
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