Angela Bipendu è una religiosa congolese della Congregazione Discepole del Redentore. Da 16 anni vive in Italia dove esercita la professione di medico. Per due anni ha prestato servizio su una nave della Guardia costiera italiana impegnata nel Mar Mediterraneo nel salvataggio di immigrati a rischio naufragio. Nell'intervista ci racconta delle tante persone con cui ha condiviso sofferenze e speranze.
Diffuso ieri dalla Santa Sede il calendario delle celebrazioni liturgiche presiedute da Papa Francesco nei mesi di gennaio e febbraio. Tra queste, la Messa a Bari per l’Incontro dedicato alla pace nel Mediterraneo, voluto dalla CEI
In occasione della Giornata internazionale dei migranti, Amnesty International ha chiesto alla nuova Commissione europea di «agire con urgenza per proteggere i diritti dei migranti e dei rifugiati abbandonati a sé stessi lungo la rotta del Mediterraneo orientale».
Bari porta di pace nel Mediterraneo. Si avvicina a grandi passi l’incontro organizzato dalla Conferenza episcopale italiana che riunirà i vescovi d’Europa, Africa e Asia dal 19 al 23 febbraio del prossimo anno. Un’occasione doppia: a chiudere i lavori sarà papa Francesco per la seconda volta in città dopo la visita del 7 luglio 2018.
«Esortiamo gli Stati membri dell’Ue e le autorità competenti ad assegnarci prontamente un luogo sicuro dove le 176 persone salvate possano essere sbarcate in sicurezza». Lo chiedono Sos Mediterranée e Medici senza frontiere alla luce del salvataggio di 176 persone nel Mediterraneo, in due distinte operazioni, una la notte del 12 ottobre, l’altra il 13 ottobre, compiuto dalla Ocean Viking.
È stata lanciata oggi la campagna di informazione e sensibilizzazione «La giusta rotta» promossa da Open Arms e Sea-Watch, due tra le Ong che si occupano di salvataggio delle persone in mare, e da Mediterranean hope, il programma rifugiati e migranti delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei), che ha promosso, tra l’altro, i corridoi umanitari.
Due imbarcazioni, con circa 300 persone stimate a bordo, si sono capovolte nelle acque davanti a Khoms, circa 120 km a est di Tripoli. A intervenire in loro soccorso sono stati soltanto alcuni pescatori. I gesuiti del Centro Astalli chiedono alle istituzioni nazionali e sovranazionali, di ripristinare immediatamente le operazioni di ricerca e soccorso in mare e di attivare un piano di evacuazione dei migranti dalla Libia.
Papa Francesco, nell'omelia della Messa per il sesto anniversario della sua visita a Lampedusa, sottolinea che i migranti «sono il simbolo di tutti gli scartati della società globalizzata» e ricorda i «violentati nei campi di detenzione», che «sfidano le onde di un mare impietoso». Sono solo alcuni degli ultimi «che Gesù ci chiede di amare e rialzare».
Si è tenuta ieri sera a Milano «Morire di speranza», veglia ecumenica promossa dalla Comunità di Sant’Egidio per ricordare quanti hanno perso la vita nei viaggi verso l’Europa.
«Di fronte all’ennesimo, drammatico, naufragio di migranti, occorre far tacere ogni polemica e mostrare pietà». Lo scrive in una nota la Comunità di Sant’Egidio a proprosito della notizia dei 117 dispersi al largo della Libia, tra cui anche donne incinte e neonati, a causa di un naufragio.
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