Il pensiero del Papa nel dopo Angelus è andato ancora una volta a tutte quelle popolazioni che vivono una «dolorosa povertà a causa delle guerre e dei conflitti».
Il referendum fissato per il 25 settembre propone l’indipendenza della regione da Baghdad. Contrari le potenze maggiori e Siria, Turchia, Iran e Iraq. Il sogno di uno Stato curdo data dalla fine dell’impero ottomano. I timori di un effetto domino su tutta l’area.
«Nessuno di noi deve rimanere cieco davanti alle sofferenze» dei nostri fratelli e sorelle cristiani in Medio Oriente che «per guerre fratricide e fanatismi religiosi, sono costretti ad abbandonare le loro case o sono forzati a lasciare le loro terre».
Le celebrazioni si terranno il 24 e il 25 giugno a Fatima, con la partecipazione di patriarchi e vescovi del Libano.
Francesco alla Roaco: «Se costretti a emigrare» i fedeli orientali devono poter «continuare a vivere secondo la tradizione ecclesiale loro propria».
«La situazione dei cristiani in Siria, Iraq e Egitto è una completa tragedia». Così si è espresso oggi, nel corso di un incontro con i giornalisti, l’arcivescovo Pierbattista Pizzaballa, amministratore apostolico di Gerusalemme dei Latini. «In queste terre, origine della nostra civiltà, il ciclo vizioso della violenza che è all’opera sembra senza speranza e senza fine».
Si allarghino «gli spazi della presenza delle donne e si intensifichi la loro opera nel ricercare occasioni di incontro, di conoscenza e di dialogo e il comune impegno per la edificazione di un futuro di prosperità e di pace».
‹›