Religioni ed etica medica mettono le basi per una nuova alleanza che promuova la dignità di ogni malato e il diritto alla cura. I lavori dell’evento vedranno dei focus specifici sulla salute mentale degli anziani e le cure palliative per i bambini.
Attraverso una chiara e lineare posizione in favore della vita, la Conferenza dei Vescovi svizzeri ha presentato giovedì un documento pensato per gli operatori pastorali (e non solo) confrontati con il delicato tema del fine vita e della morte assistita.
A fra Michele Ravetta, cappellano in diverse strutture del Cantone, abbiamo chiesto di riflettere sui temi della Settimana Santa: la morte, la vita, la risurrezione, partendo dalla sua esperienza, anzitutto dai suoi seminari – frequentatissimi – al Convento del Bigorio, di cui è guardiano dal 2016.
Imparare «da chi soffre», non»dai sofferenti»: le testimonianze di Loretta Jelmini, infermiera alla Casa anziani «Santa Croce» di Faido e Mary Gallino, da anni volontaria presso il reparto di oncologia dell’ospedale S. Giovanni di Bellinzona. Per dimostrare la vicinanza dell’intera Diocesi alle persone sofferenti, in occasione della Giornata del malato di oggi, mons. Lazzeri, Vescovo di Lugano, celebrerà una Santa Messa alle ore 9.30 presso la Clinica Moncucco a Lugano, cui seguirà la visita dei vari reparti.
Nell'imminenza della Giornata del malato, vi proponiamo questa riflessione di Papa Francesco, che rivolge un pensiero speciale ai malati, assicurando che nel loro percorso «non sono soli».
Vi proponiamo il messaggio della Conferenza dei Vescovi svizzeri per la Giornata del malato. Il messaggio mette in evidenza alcune contraddizioni insite nella realtà svizzera, che prevede «l'assistenza al suicidio». Il bene del malato non può consistere nello spegnimento della sua esistenza. Preoccuparsi dei malati per i cristiani deve stare al di sopra di tutto, perché salute e malattia sono aspetti «relazionali».
I piccoli ammalati di tumore provengono dalla Clinica di Oncologia di Wrocław.
Susanna Tamaro, mercoledì sera è giunta a Lugano, all’Auditorium dell’USI, su invito del Corriere del Ticino, per presentare il suo ultimo libro: «Il tuo sguardo illumina il mondo». Nonostante i protagonisti del racconto vivano situazioni esistenziali difficili, non è però un libro mesto, triste, perché ad avere il sopravvento è il canto della vita.
«C'è un dato oggettivo che mi colpisce: anche dei volontari o dei medici agnostici, dicono di essersene ritornati da questa esperienza arricchiti, con qualcosa in più, come hanno avuto modo di confidarmi negli anni alcuni di loro».
Il legame che si crea a Lourdes tra malati e volontari durante i pellegrinaggi è unico, irripetibile e costituisce il cuore dell'esperienza. Abbiamo voluto raccogliere per questo la testimonianza di un volontario sacerdote, don Marco Notari, e di una malata, Denise Carniel.
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