Il gesuita italiano mentre si trovava nel capoluogo siriano di Raqqa il 29 luglio 2013 per cercare di riappacificare i rapporti tra i gruppi curdi e i jihādisti arabi cercando pure di trattare la liberazione di un gruppo di ostaggi è scomparso. Da allora ad oggi, non si hanno avute più sue notizie.
Un invito del monaco Jacques Mourad, vittima di rapimento, a compiere un’irrevocabile scelta di non violenza, di incontro, di perdono, di amore incondizionato e di preghiera, senza la quale il mondo rischia di sprofondare sempre di più nella violenza.
«A proposito degli attacchi terroristici, vi raccomando con tutto il cuore di pregare per i nostri paesi dell'Africa occidentale. In questo momento conviviamo quotidianamente con la paura, perché non sappiamo quando arriverà il nostro turno».
Nato in Germania, a Berlino, cresciuto a Effrettikon, battezzato dopo la conversione in Siria dallo stesso padre Dall’Oglio, entrato nella Comunità di Mar Moussa nel 1996 e ordinato sacerdote caldeo in Iraq. Padre Jens Petzold vive attualmente a Sulaymaniya, a nord dell’Iraq, sul confine con l’Iran. Una città di 600'000 abitanti, relativamente tranquilla, ma con il problema dei profughi siriani da affrontare, come ci racconta egli stesso in occasione della sua visita alla parrocchia di Losone, invitato dal parroco don Jean-Luc e da Aiuto alla Chiesa che soffre (ACN).
Il sacerdote siro ortodosso Samuel Gümüs, impegnato nella cura pastorale delle comunità siro ortodosse presenti in Germania citando fonti libanesi afferma che sarebbero in corso non meglio precisati «negoziati» per liberare il vescovo siro ortodosso di Aleppo, sequestrato nel 2013.IL presule fu rapito con il metropolita ortodosso Boulos al-Yazigi, del quale queste fonti non fanno cenno.
Il vicario apostolico di Aleppo dei Latini, in Siria, mons. Georges Abou Khazen torna sulla firma della storica dichiarazione firmata dal Papa e dal grande imam di Al-Azhar. «Al-Azhar è un punto di riferimento per il mondo musulmano – spiega il vicario di Aleppo- e il Papa è la voce dei cattolici del mondo. Entrambi hanno siglato un testo impegnativo, improntato alla pace, al rispetto della libertà religiosa e contro le violenze».
Il gesuita è stato rapito quasi 6 anni fa in Siria ed è dal 29 luglio 2013 che non si hanno più sue notizie. La madre di padre Paolo, quattro sorelle e un fratello del noto gesuita, sono stati ricevuti oggi dal Papa a Casa Santa Marta. Intanto l'esperienza monastica di Mar Musa, nel deserto siriano, fondata da padre dall'Oglio nel 1991, prosegue la sua profetica missione di servizio al dialogo tra islam e cristianesimo.
I dati sono raccolti in uno studio dell’Università Brown e prendono in esame le guerre in Afghanistan, Iraq, Pakistan. L’autrice, Neta Crawford, professore a Boston, lamenta che i dati»sono nascosti dai governi, determinati a dipingere un’immagine troppo ottimista». L’Iraq è il luogo con il maggior numero di vittime: almeno 300mila, di cui 200mila civili.
Gettare le basi verso un «cammino di speranza» nel solco del dialogo fra cristiani e musulmani. E sacrificarsi in un «estremo gesto di amore» per trattare la liberazione di persone prigioniere nelle mani dei miliziani dello Stato islamico. Sono questi alcuni dei tratti distintivi di p. Paolo Dall’Oglio, gesuita italiano in Siria, di cui non si hanno più notizie da oltre cinque anni.
Essere giovani a Mosul è difficile perché non si hanno scuole dove andare, non c’è lavoro, la guerra ha distrutto tutto, non esistono luoghi di aggregazione.
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