È il febbraio 1944 quando Willy Schwarz, pediatra milanese di origini ebraiche, giunge in Svizzera trovandovi rifugio. Nei mesi precedenti ha raccontato al fratello Franco, emigrato nel 1940 negli Stati Uniti a causa delle leggi antisemite che lo avevano privato del lavoro, in una lunghissima lettera, la propria situazione e gli accadimenti legati al conflitto.
Il 27 gennaio, a ricordo della data della liberazione del campo di Auschwitz, si celebra nel mondo la Giornata della Memoria. Maria Osterwalder torna su un suo incontro luganese con Federica Spitzer.
Le foto in bianco e nero del 27 gennaio del 1945 raccontano l’apertura dei cancelli del campo di concentramento di Auschwitz-Birchenau. Oggi le immagini a colori dei treni che «deportano» i migranti o che in fila, sotto la neve, attendono un pasto celano indifferenza globale.
Al campo di concentramento di Auschwitz si accede per una porta sovrastata dalla cinica scritta e tristemente nota «Arbeit macht frei», il lavoro rende liberi. Da qui iniziava per i deportati il viaggio verso l’orrore, troppe volte senza ritorno.
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