P. Romanelli: eventi che «alimentano la voglia di fuggire» e affossano il lavoro fatto per «guarire i traumi». E accusa: manca la «volontà politica» di raggiungere una vera pace.
Tristezza per la morte dei civili, appello al dialogo e impegno per il confronto costruttivo tra le religioni in Svizzera. Questi i temi affrontati dal CSR.
Richieste di una tregua a Gaza da parte degli Stati Uniti e anche di Hamas, che preannuncia un imminente cessate il fuoco. Ma Israele non intende fermarsi.
La pandemia ha raggiunto oltre 180 Paesi, ma nelle più gravi emergenze spesso oltre 250 sfollati condividono 1 sola fonte d’acqua, con uno spazio vitale di meno 3,5 metri quadrati a testa.
Il pericolo di una espansione nei contagi nella Striscia preoccupa attivisti e organizzazioni non governative.
Dalle terre martoriate dalla guerra un segno di speranza.
117 i fedeli cattolici che vivono a Gaza: il loro Natale è insieme agli altri cristiani e al parroco padre Gabriel Romanelli. E' lui che racconta come si vive in quella che continua ad essere una «prigione a cielo aperto» dove però la vitalità dei cristiani si fa sentire, soprattutto con la prossimità a chi ha più bisogno. Il sogno del sacerdote? Quello di avere i permessi per tutti i parrocchiani per raggiungere Betlemme e pregare alla mangiatoia.
Il progetto fa parte di un piano complessivo del patriarcato di Gerusalemme per i cristiani che vivono a Gaza.
Dalla chiusura del valico di Kerem Shalom cominciano a mancare le cose basilari. L’elettricità ridotta a 4 ore, con mezz’ora di interruzione. Il desiderio di andarsene, «cercare un’altra vita in un altro posto». Il sostegno della Chiesa alla comunità cristiana.
Il numero dei feriti ha superato quello della guerra del 2014. La maggior parte dei feriti avrà conseguenze per tutta la vita. Preoccupazione per la nuova manifestazione indetta per il 5 giugno.
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