La donna pakistana è stata liberata e trasferita in una località protetta. Nel frattempo diversi capi islamici del Pakistan hanno dichiarato di ritenere innocente la cristiana accusata di blasfemia. Ma il braccio di ferro con i fondamentalisti continua e Asia non può lasciare il Paese.
È l'esito di un negoziato con gli islamisti radicali che da tre giorni hanno paralizzato le città del Pakistan.
Richiesta la revisione del processo e il divieto di espatrio per la donna. La polizia presidia le chiese e le zone dove vive la minoranza cristiana. Intervista a Mobeen Shadid, fondatore dell'Associazione pakistani cristiani in Italia.
Roberto Simona, responsabile per la Svizzera francese e italiana di Aiuto alla Chiesa che Soffre e esperto di minoranze, ci commenta la notizia di oggi relativa al rilascio di Asia Bibi in Pakistan.
La Corte suprema del Pakistan ha assolto oggi Asia Bibi, la donna cristiana condannata a morte per presunta blasfemia nel 2010. Ordinato il rilascio immediato.
In carcere da quasi un decennio per l'accusa decisamente montata ad arte di blasfemia, la donna cristiana pakistana attende per oggi l'esito del terzo ricorso inoltrato dalla difesa. Si spera che la vicenda si conclusa favorevolmente ad Asia.
La preghiera si è svolta ieri nella cattedrale del Sacro Cuore a Lahore. La prossima settimana riprenderà l’udienza d’appello per Sawan Masih, accusato di blasfemia nel 2014. Il presidente della Corte suprema pakistana si è offerto di guidare il processo della madre cristiana in prigione da nove anni.
Intervista all’avvocato musulmano che da anni rischia la sua vita per salvare quella di Asia Bibi, condannata all’impiccagione in Pakistan per false accuse di blasfemia.
Chiese e gruppi cristiani in Pakistan hanno immediatamente aderito alla richiesta di Asia Bibi di unirsi a lei, in una speciale Giornata di preghiera e digiuno per la sua liberazione domani, 27 aprile. Anche l'arcivescovo di Lahore mons. Sebastian Shaw ha aderito alla mobilitazione.
L’appello della donna cristiana condannata a morte per blasfemia in Pakistan, mentre si vede uno spiraglio per la soluzione giudiziaria del caso.
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