Prende il via, al Pontificio Seminario Romano Maggiore, «Fare pastorale familiare», un itinerario di formazione per operatori di pastorale familiare, fondato sui contenuti dell’Esortazione apostolica post-sinodale Amoris Laetitia. Otto gli incontri a cadenza quindicinale, più due giornate di ritiro fino al 21 maggio.
La «Chiesa in uscita» è contemporaneamente «anche la Chiesa dalle porte aperte». È questa la realtà emergente dal cammino sinodale sulla famiglia che ha trovato piena espressione pastorale nell’esortazione apostolica Amoris laetitia. Lo ha spiegato il cardinale Lorenzo Baldisseri.
L'intervista di Francesco con Avvenire alla vigilia della chiusura del Giubileo: «L'unità si fa in cammino, perché l'unità è una grazia che si deve chiedere». Le critiche ad Amoris Laetitia: il Concilio è risalito «alle sorgenti», questo «sposta l'asse della concezione cristiana da un certo legalismo, che può essere ideologico. Alcuni continuano a non comprendere, o bianco o nero, anche se è nel flusso della vita che si deve discernere».
L’obiettivo è diffondere gli insegnamenti dell’esortazione apostolica nella società civile, in particolare tra le famiglie. I vescovi hanno promosso discussioni sul testo a livello nazionale, regionale e diocesano. I prossimi incontri continueranno ad avere la famiglia come punto focale.
Riuniti ad Einsiedeln, i presuli elvetici hanno discusso su come tradurre in gesti concreti i contenuti dell'esortazione post sinodale. I vescovi svizzeri si sono pure chinati sulla lettera inviata da centinaia di persone alla Conferenza dei vescovi svizzeri e alla Federazione delle Chiese protestanti in Svizzera, lettera che domandava una presa di posizione a riguardo dell’accoglienza dei richiedenti l’asilo nelle chiese.
Se cerchiamo di prendere la distanza dalle polemiche che dopo Amoris Laetitia si sono intrecciate nel corpo ecclesiale possiamo notare che alcuni leggono Francesco «come se nulla fosse», altri come se «nulla fosse come prima». Allora potrebbe essere utile comprendere come funziona...
Intervista con il cardinale arcivescovo di Varsavia: «La domanda non è se sostenere o no, ma come farlo bene». Amoris laetitia: «È una continuazione, non un cambiamento, rispetto alle premesse poste da Giovanni Paolo II». Come Francesco è visto in Polonia: «In modo entusiasta dai laici. Dal clero è accolto... diversamente. Come è avvenuto con Papa Wojtyla in America Latina»
«L’esortazione apostolica post-sinodale di Papa Francesco certamente non modifica la dottrina della Chiesa né cambia la pratica e la disciplina. Neanche nei suoi punti centrali come la coerenza tra il matrimonio e l’Eucaristia».
Per trovare il centro di gravità di Amoris laetitia suggerisco un’immagine: quando la donna apre la custodia che contiene l’anello di fidanzamento su cui è incastonato un diamante, ammira anzitutto lo sfavillio del gioiello d’incalcolabile valore.
«Di fronte ai nuovi sviluppi c’è sempre chi tenta di sminuire il magistero della Chiesa. Avvenne già per il Concilio, quando si disse che, essendo un evento di natura pastorale, non obbligava i credenti ad accettarne i pronunciamenti. E lo si fa anche oggi con Papa Francesco, quando il suo insegnamento risulta indigesto per il suo stile evangelico, come nel caso dell’Amoris Laetitia».
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