Brucia la foresta pluviale in Amazzonia. È una catastrofe ecologica e sociale che interessa tutto il mondo. Solo in Bolivia sono 100 000 le persone minacciate dai roghi che si diffondono rapidamente. Caritas Svizzera stanzia una somma pari a 250 000 franchi per gli aiuti d’emergenza da prestare sul posto.
Mentre l'Amazzonia va in fiamme i vescovi locali, testimoni oculari con i missionari del dramma e delle sue cause, lanciano nel mondo i loro appelli che si associano a quelli del Papa, di domenica scorsa. I documenti dei vescovi di Brasile e Bolivia sono un esempio in tal senso. Le loro parole sono quelle di testimoni oculari.
Dopo la recita della preghiera mariana il Papa ha lanciato un forte appello per fermare gli incendi in Amazzonia. In fumo oltre 2.250 chilometri quadrati di superficie. Cresce la pressione internazionale, l'emergenza sul tavolo del G7.
L'imbarcazione viaggia lungo il grande fiume per prestare servizi sanitario alle popolazioni rivierasche e della foresta amazzonica, soprattutto gli indigeni e le persone più vulnerabili. E in questa prima metà di agosto, a prestare la propria opera, ci sono anche cinque medici italiani.
L’assassinio, avvenuto nel fine settimana, del capo indigeno Emira Wajãpi del popolo Wajãpi, nello Stato dell’Amapá, testimonia il clima di crescente isolamento delle popolazioni indigene.
Il cardinale Barreto sul Sinodo per l’Amazzonia: «può essere un segno importante della risposta efficace per la promozione della giustizia e la difesa della dignità delle persone».
Con la pubblicazione dell'Instrumentum laboris inizia la preparazione del Sinodo sull'Amazzonia che si svolgerà in ottobre, fortemente voluto da Papa Francesco.
Rese note nei giorni scorsi le date della prossima Assemblea speciale del Sinodo dei vescovi per la Regione Panamazzonica. Un appuntamento annunciato dal Papa nell’ottobre del 2017.
per il Sinodo sull’Amazzonia di ottobre la «Nave ospedale Papa Francesco» navigherà sulle acque del Rio delle Amazzoni per portare medici, medicine e cure tra comunità indigene difficilmente raggiungibili.
Il presule rievoca San Giovanni Paolo II quando diceva che «il terzo millennio dev’essere consacrato all’evangelizzazione dell’Asia e dell’Oceano Pacifico, concentrandosi soprattutto nei grandi paesi come India, Cina e Papua Nuova Guinea».
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