Forum Europeo dei Laici

Sono attualmente sedici i Paesi che fanno parte del Forum Europeo dei Laici (FEL) che ogni due anni si riunisce, in un Paese europeo a scelta tra quelli che vi partecipano, per una sua sessione plenaria. L’ultima, in ordine di tempo, si è conclusa domenica 26 giugno, a Maynooth (Irlanda) dopo tre giorni di incontri, conferenze e workshops. Nell’austera National University of Ireland, una sessantina di partecipanti si sono chinati sul tema dell’anno, quello delle Misericordia, avvicinato da angolazioni diverse e declinato secondo le differenti sensibilità nazionali. Dalla Svizzera a raggiungere Dublino sono stati in cinque: l’attuale presidente della Consulta per l’apostolato dei laici svizzeri Corinne Zaugg, in rappresentanza della Svizzera italiana, Lorenzo Lanni (presidente della Consulta nella Svizzera Francese), Melchior Kanyamibwa (segretario della Consulta romanda e del Forum Europeo), Raphael Pfiffner per la Svizzera tedesca e il segretario dei Vescovi Svizzeri, Erwin Tanner. La terra irlandese, così segnata dalla sua storia di fame ed emigrazioni, di tradizioni e leggende, di guerre e secessioni, ha fornito un substrato molto significativo su cui innescare la riflessione sulla misericordia. La prima relatrice, Barbara Welsh, direttrice del Centro Irlandese Glencree per la pace e la riconciliazione, ha ricordato il grande sforzo fatto in tempi recenti per riportare la pace, ma soprattutto la riconciliazione tra le parti, dopo il conflitto nord irlandese che ha causato oltre 3000 morti. Un processo difficile e doloroso che non sarebbe potuto avvenire se la misericordia non si fosse concretamente tradotta in una volontà di dialogo tra le ex parti in conflitto, che ha richiesto un’assiduità e una fedeltà durata decenni. Dialogo, al centro anche della conferenza dell’ex ministro degli esteri del Belgio, Steven Vanakere, che ha indagato la misericordia da un punto di vista politico. Interrogato sul valore aggiunto che un uomo o una donna cristiani possono portare nel ring della politica, ha risposto che un’attitudine indispensabile è quella di riconoscere che non basta essere giusti. «La giustizia è un valore condiviso» ha detto il politico «da tutti coloro che si occupano di politica. Ma il politico cristiano deve andare oltre, fino a giungere alla misericordia.» Contrariamente all’opinione dominante, ha proseguito l’uomo politico oggi senatore, non basta organizzare un mondo dove tutti ottengano quello che meritano, perché non tutti sono in grado di reciprocare. Ed è soprattutto a questi ultimi che occorre dire, ma soprattutto dimostrare, che esiste una modalità di relazione che non si esaurisce nel «do ut des»: che si può ricevere anche se non si è in grado di dare nulla in cambio.
Pur non essendo dichiaratamente in agenda, il tema dei rifugiati e dei profughi ha fatto continua irruzione nel dibattito, dimostrando come l’Europa (anche quella cristiana) sia profondamente spaccata di fronte a questa sfida che tutti interpella. Le posizioni variano dalla totale disponibilità della Germania che di fronte a questa urgenza non ha che una parola: «Accoglienza incondizionata» a quella più prudente, dei Paesi dell’Est: Polonia in testa. Al termine del Forum, è stata redatta una dichiarazione in cui si pone l’accento sulla volontà e la necessità di combattere la xenofobia, qualunque forma la paura dello straniero possa assumere.

Chiesa cattolica svizzera

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