Piccoli gesti e grandi visioni

Di don Italo Molinaro

«Le ultime settimane che Dio mi concederà di continuare a sostenere la responsabilità della parrocchia cercherò di agire meno preoccupato per il futuro, lavorerò solamente per il presente. Questo tipo di lavoro sembra fatto su misura per me… E poi, non ho successo che nelle cose piccole. E se sono stato frequentemente provato dall’inquietudine, devo riconoscere che trionfo nelle minuscole gioie»Cioè, un recipiente della misericordia piccolino, è legato alle minuscole gioie della nostra vita pastorale, lì dove possiamo ricevere ed esercitare la misericordia infinita del Padre in piccoli gesti. I piccoli gesti dei preti, eh? I piccoli gesti dei preti» – Mi ha colpito questa riflessione di Papa Francesco al Giubileo dei preti, in questi giorni, a Roma. Francesco cita il famoso «Diario di un curato di campagna» di Bernanos. Una storia umile ma di profonda umanità, che mi ha spesso interpellato e che oggi continua a essere attuale.

In realtà la «preoccupazione per il futuro» è non solo inevitabile, ma necessaria. Fa parte della responsabilità di una missione. Non credo che Papa Francesco si alzi al mattino e ingenuamente dica: «Oggi che cosa si fa?»

Il problema è quando la preoccupazione diventa angoscia, come se tutto dipendesse da strategie o capacità personali. Come se l’essenziale fossero i progetti. I «piccoli gesti dei preti» sono però indispensabili alla qualità di vita e della pastorale, come i piccoli gesti di una mammo o di un papà, di un direttore o di un impiegata, di una dirigente o di una cassiera. Sono quelli in grado di dare bellezza alle relazioni, alle collaborazioni, agli incontri, alle visioni. Un esempio banale è quello dei saluti nelle comunicazioni informatiche. Noto che sempre di più sono ridotti e formali. Personalmente cerco di non fare così, perché il trattamento formale mi ha sempre ferito, e vorrei tanto non ferire qualcuno.

Comunque: le preoccupazioni per il futuro! Gesù ha chiesto di non preoccuparsi, ma ha riempito il vangelo di indicazioni sul cammino dei discepoli! Questa sana preoccupazione ha spinto i Papi e i Santi a riformare continuamente la Chiesa. Da queste preoccupazioni positive sono nati Concili e Sinodi. Anche nella diocesi di Lugano si sta muovendo qualcosa per il futuro delle parrocchie, consapevoli che il momento storico ci chiede una progettualità precisa e concreta.

Ma il cuore è sempre la relazione, e se parliamo di relazione, parliamo automaticamente di misericordia. Parliamo cioè di un modo di essere che permetta all’altro di essere, respirare, esprimersi, svilupparsi. Credo che sia possibile, e anzi necessario, unire piccoli gesti e grandi visioni; anzi: dare concretezza alle visioni attraverso l’immediatezza degli sguardi, delle risposte, dell’aiuto, del sentirsi in cammino.

Chi ha responsabilità non può vivere di soli buoni sentimenti o astratti piani. La conversione è per tutti, ma non sia una rinuncia né ai progetti né all’umanità del vivere insieme.

Chiesa cattolica svizzera

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