Dal globale al locale: il carisma può governare efficacemente?

di Don Italo Molinaro

«Governo carismatico» – Un titolo affascinante per la biografia di un Papa. Soprattutto se questo Papa è Giovanni Paolo II. La pubblicò Andrea Riccardi nel 2003, pochi mesi prima della morte di Wojtyla. A distanza di tredici anni, e con un Papa altrettanto ma diversamente carismatico, mi interrogo sul valore di questo stile di governo. Il clima formalmente informale, il giocarsi in prima persona, l’attenzione privilegiata al contatto diretto, l’impulso a una comunicazione per appelli, segni, messaggi… A un certo punto mi chiedo: tutto ciò è sufficiente? Il carisma può governare efficacemente?
La Chiesa, come ogni comunità umana, per quanto spirituale, ha bisogno di una cura continua delle dinamiche relazionali. Insomma: né dittatura opprimente né dittatura fascinosa, perché rischia di saltare l’anima interna, cioè quel filo invisibile di motivazione, condivisione esplicita, di corresponsabilità dialogante, indispensabile per la vita di un organismo complesso e delicato. La tradizione svizzera ha preservato per molto tempo il paese dalle dittature politiche, ma la tentazione del leader carismatico non ci è completamente estranea. Persino a livello ecclesiale. Il rischio di scambiare il buon governo con il carisma è subdolo ma elevato, e ammalia entrambi le parti con facilità. Il conto da pagare però presto o tardi si presenta, fino a scoprire che il carisma ha mascherato in realtà la mancanza di governo e il non-governo ha incancrenito i problemi.
C’è anche il carisma del profilo basso, del parlare per metafore, del puntare sull’intelligenza altrui, sulla scia del «Chi ha orecchi per intendere intenda»… Ma credo che oggi come oggi non sia sufficiente. La vera umiltà sta nel porsi al servizio di un dialogo e di una comunicazione coltivata, dentro dinamiche relazionali sottoposte a cura continua, sensibile, pensata. Insomma: meno «profezia» e più «dinamica».
Credo che dentro la Chiesa sia sempre urgente il passaggio vissuto dal cristianesimo nascente: dal carisma eccezionale di Gesù (e di una comunità che così condotta non poteva durare…) a una quotidianità meno esaltante ma più pratica e vicina a ciò che siamo anche noi. Dalla fase delle parabole e dei segni da interpretare nel profondo, a quella delle discussioni aperte tra Pietro e Paolo. Lo stesso amore, con un po’ meno di carisma e un po’ più di umiltà.
Impossibile per me valutare quanto di tutto questo accada a Roma o ai piani alti. Ma certamente la questione non ci è del tutto estranea a livello locale.

Chiesa cattolica svizzera

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